I sintomi della cattiva digestione: come combattere i disturbi digestivi
La stagione è quella a rischio: in prossimità delle festività natalizie tra pranzi, cenoni, e aperitivi di saluto con colleghi e amici, le possibilità che lo stomaco rallenti i suoi ritmi e la digestione si faccia più laboriosa crescono esponenzialmente. E con esse, anche i disturbi collegati a questa situazione: mal di pancia, ripienezza gastrica, digestione lenta, acidità, reflusso e diversi altri fastidi. Ovviamente esagerare a tavola non fa bene. Ma ci sono altre semplici regole che possono aiutare a superare i fastidi, sempre ricordando che, in caso di sintomi legati alla difficoltà digestive occasionali i farmaci di automedicazione possono essere di grande aiuto per superare i problemi.
Perché ho difficoltà a digerire? Le cause
La cattiva digestione, che in termine scientifico si chiama dispepsia, è un sintomo molto comune: comprende tutte quelle situazioni fastidiose (senso di pesantezza, nausea, sonnolenza, rallentamento delle funzioni digestive) che possono presentarsi soprattutto dopo un pasto particolarmente ricco.
Il fenomeno è legato all’attività della prima parte del tubo digerente. Normalmente il cibo masticato che scende dalla bocca subisce nello stomaco diverse trasformazioni che lo rendono semiliquido, grazie a due azioni: da un lato gli alimenti vengono attaccati dai succhi gastrici che li “distruggono” e li rendono digeribili, dall’altro sono “agglomerati” tra loro e spinti in avanti dall’azione coordinata della muscolatura gastrica, che tende a mandare verso il piloro ed il duodeno il contenuto del grande “sacco naturale” dello stomaco.
Basta però che uno di questi due meccanismi non funzioni al meglio perché tutto il processo sia rallentato e compaia la cattiva digestione. Un repentino calo di temperatura subito dopo mangiato, un pasto a base di intingoli e altri alimenti ricchi in lipidi e quindi più “pesanti” oppure l’abuso di alcolici possono mandare in crisi lo stomaco. Ma anche altri elementi, come l’impiego protratto di farmaci “gastrolesivi”, il fumo o lo stress intenso possono scatenare un quadro di dispepsia.
I sintomi tipici della cattiva digestione
Il quadro tipico della dispepsia, con lo stomaco che rallenta il suo ritmo e il cibo che permane per ore all’interno del viscere, non è sempre limitato a questo solo disturbo. Pensate, ad esempio, che in chi ha problemi di digestione lenta e al contempo ha le “valvole” che separano lo stomaco e l’esofago non perfettamente funzionanti possono comparire fastidi come reflusso gastroesofageo, con l’acido che risale verso la bocca, e addirittura tachicardia per la presenza di questa condizione anatomica alterata.
Più in generale, comunque, la digestione lenta e faticosa si manifesta con il gonfiore addominale, legato all’eccessiva pienezza del viscere e, di conseguenza, ci si sente pesanti. In qualche caso, le pareti gastriche si tendono e compare il dolore.
Inoltre, i fastidi possono correlarsi all’eccesso di acidità che si può verificare. Infatti, per aiutare l’inizio del processo digestivo, lo stomaco produce acido in maggiore quantità rispetto alla norma: si tratta di una reazione normale al sovraccarico di lavoro a cui l’apparato digerente è sottoposto. Per questo può comparire il classico bruciore di stomaco che, insieme all’acidità eccessiva, in alcuni casi arriva anche a trasferirsi verso l’alto, coinvolgendo anche la parte bassa dell’esofago e quindi inducendo la mucosa di questo naturale “tubo elastico” a reagire attraverso un fastidioso bruciore.
Ultimo dato da non dimenticare: quando lo stomaco è eccessivamente “pieno”, oltre alla digestione rallentata, può comparire un senso di nausea che si accompagna alla necessità di eruttare frequentemente.
C’è ancora un corollario finale: spesso, quando esageriamo a tavola – specie se alziamo il gomito – possono comparire anche una salivazione molto accentuata e, soprattutto, mal di testa, con una cefalea che si pone come una cappa a circondare il cranio oppure si localizza intorno alla nuca.
Come combattere i disturbi digestivi
Non bisogna sottovalutare i disturbi ricorrenti legati alla digestione lenta. Se i sintomi non sono occasionali ma ricorrenti e si mantengono nel tempo è d’obbligo il consulto del medico. Infatti, la cattiva digestione che perdura e che non si lega a un eccesso di libagioni può essere la spia di lesioni come gastriti o ulcere, che vanno trattate adeguatamente dopo una diagnosi sicura.
In caso di disturbi occasionali un aiuto può venire dai farmaci di automedicazione, che possono influire sui diversi meccanismi che si legano alla cattiva digestione. Se il sintomo predominante è l’acidità di stomaco, che spesso si associa a bruciore, possono essere indicati gli antiacidi. Quando invece si ha la sensazione di una digestione particolarmente lenta, possono essere utili i procinetici, che aiutano a favorire una ripresa del transito dei cibi attraverso lo stomaco, oltre a contrastare anche nausea e vomito, senza dimenticare che per il mal di testa un aiuto può venire dai medicinali che combattono questo specifico problema.
Consigli per prevenire la cattiva digestione
Prima di arrivare ad aver bisogno di contromisure mirate, in ogni caso, è importante puntare sulla prevenzione, senza dimenticare che anche la tensione emotiva, quella che normalmente chiamiamo stress, può incidere sui meccanismi che regolano l’attività gastrica.
In termini generali, la prima regola per evitare una digestione eccessivamente laboriosa è cercare di moderarsi a tavola, soprattutto se i piatti propongono alimenti particolarmente elaborati e ricchi di grassi. L’ideale sarebbe infatti alzarsi senza sentirsi completamente pieni e soprattutto privilegiare modalità di cottura più salutari, come ad esempio quella a vapore, rispetto alle fritture e ai sughi.
Per il resto chi soffre di digestione lenta dovrebbe cercare di “spezzare” il ritmo dei pasti evitando “abbuffate” concentrate in un’unica soluzione. Meglio fare invece pasti piccoli e frequenti, per evitare di mettere sotto stress lo stomaco. Non va infine dimenticata l’importanza di altre sane abitudini: meglio evitare il fumo, anche se la classica sigaretta dopo il pasto sembra irrinunciabile, l’eccesso di alcolici, che può influire sullo stato di salute della mucosa gastrica peggiorando i sintomi e il consumo di grandi quantità di bevande gassate che tendono a dilatare lo stomaco favorendo la comparsa dei disturbi.
10 regole contro la cattiva digestione
- Non lasciarsi andare a pasti eccessivamente abbondanti, soprattutto se ricchi di condimenti grassi che aumentano i tempi della digestione.
- Privilegiare alimenti leggeri, utilizzando condimenti a crudo e modalità di cottura come il vapore o la griglia.
- Limitare o eliminare completamente il consumo di alcolici, soprattutto a digiuno e alla sera.
- Ricordare che le bibite gassate possono aumentare la distensione gastrica, favorendo l’eruttazione.
- Fare pasti piccoli e più frequenti, magari suddividendo in cinque appuntamenti l’introito alimentare.
- Evitare di considerare la cena come pasto principale e comunque, fare attenzione a non sovraccaricare lo stomaco la sera perché questo potrebbe avere ripercussioni sul sonno oltre che sull’apparato digerente.
- Non coricarsi subito dopo aver cenato: una passeggiata è l’ideale per aiutare la digestione.
- Il fumo è un nemico della digestione, anche se si pensa che la sigaretta aiuti. Va abbandonato.
- Attenzione allo stress, che peggiora di molto le capacità digestive e favorisce il malessere.
- Meglio non indossare indumenti troppo stretti che possono favorire la risalita di acido dallo stomaco.
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