Ritardo mestruale: le cause più comuni e il ruolo della tiroide
Uno dei segni di normalità nella salute e nell’equilibrio psicofisico femminile è dato dalla regolarità del ciclo mestruale, che tradizionalmente si presenta ogni 28 giorni. In alcune donne però l’intervallo tra una perdita mestruale e la successiva può essere leggermente più breve o più lungo e questo deriva dal fatto che ogni donna ha il suo ritmo e, quindi, non si deve pensare a qualcosa di patologico.
Quando si può parlare di ritardo mestruale
Dal punto di vista clinico, si parla di ciclo regolare quando le perdite si presentano in un intervallo che va tra i 21 e i 35 giorni. Allo stesso modo, verso il termine della vita fertile e quindi con l’avvicinarsi della menopausa, si possono avere fasi in cui i cicli non sono più regolari come qualche anno prima. E anche questo è fisiologico. Solitamente poi non deve destare particolare preoccupazione, perché si lega proprio alla soggettività di ognuna, il fatto che non sempre il ciclo ha la puntualità di un orologio svizzero e quindi, in certe donne o anche in certi periodi, il ciclo non ha la stessa durata di giorni, ma tende a muoversi in un range: ad esempio un mese le perdite si presentano dopo 28 giorni mentre quello successivo dopo 30 o 26. In generale, ogni donna si conosce e qualunque variazione delle caratteristiche del proprio ciclo mestruale va comunque sempre indagata con il proprio ginecologo. Certamente, l’elemento che tende di più a preoccupare è la presenza di un ritardo nella comparsa mensile delle mestruazioni.
Le cause più comuni di ritardo mestruale
Se è vero che ci si preoccupa per il ritardo mestruale, va detto anche che spesso, in assenza di una gravidanza, un ritardo resta solitamente un fatto temporaneo ed episodico. Però il quadro va indagato specie se i ritardi mestruali sono ricorrenti o prolungati e le mestruazioni non si presentano per uno o più mesi. Infatti, al netto di una possibile gravidanza, altre cause vanno sempre diagnosticate dal ginecologo tenendo però presente che lo “spostamento” del ciclo mestruale legato allo stress e ai suoi sintomi (per citarne alcuni, stanchezza, problemi di digestione, irritabilità, difficoltà a prendere sonno) e all’alimentazione.
Quanto conta lo stress nel ritardo mestruale
Molte donne sanno quanto la tensione emotiva può influire anche sui ritmi del ciclo mestruale. Per questo occorre prestare attenzione alle proprie condizioni psicofisiche, sapendo che, soprattutto in presenza di stress intenso e/o prolungato anche i cicli mestruali possono perdere la loro regolarità. In genere, lo stress acuto come quello che si ha quando si devono affrontare situazioni importanti come un colloquio d lavoro o un esame, è una risposta positiva dell’organismo che “si attrezza” a rispondere al meglio ad una situazione di maggiore impegno. Tuttavia, un carico di lavoro superiore alla norma per il sistema nervoso può anche influire sul benessere ormonale, inducendo temporanee alterazioni nei ritmi dei cicli mestruali con ritardi altrimenti inspiegabili.
Quando lo stress, per l’eccesso di impegni familiari o lavorativi o per situazioni personali gravose e molto impegnative emotivamente è molto intenso o diventa prolungato può capitare con più facilità una alterazione del ritmo mestruale.
Quanto conta l’alimentazione nel ritardo mestruale
Un altro grande fattore cui bisogna prestare attenzione è anche quello alimentare. Situazioni soggettive di grave sovrappeso o drastica riduzione delle calorie, potrebbero portare alla irregolarità e all’assenza temporanea del ciclo. Un peso eccessivo può, in certi casi, avere un impatto sull’equilibrio ormonale e, di conseguenza, determinare irregolarità (assenza) del ciclo mestruale. Lo stesso può accadere in caso di una dieta a introito calorico eccessivamente ridotto che, parimenti, può influire sui ritmi mestruali, portando a una riduzione della frequenza delle perdite o addirittura al “salto” di un ciclo. Il motivo è semplice: il corpo, nel tentativo di “proteggersi” perché rischia di non avere la sufficiente energia visto il drastico calo delle calorie disponibili, a cui a volte ci si sottopone con poca responsabilità, tende a “risparmiare” energie. Questo meccanismo spiega anche il perché dei problemi sul ciclo legati ai gravi disturbi alimentari, come ad esempio l’anoressia e bulimia che possono determinare quadri di totale assenza di ciclo per un periodo prolungato.
Il ruolo della tiroide nel ritardo mestruale
Quando la tiroide lavora poco o troppo quindi in caso di ipo o ipertiroidismo, si possono avere ripercussioni sul ritmo dei cicli proprio perché la tiroide regola la produzione di ormoni che influenzano anche l il funzionamento dell’apparato riproduttivo femminile. Ma non basta. Esistono anche patologie infettive, che durano qualche giorno come un’influenza, in grado di determinare una alterazione passeggera dei normali ritmi mestruali. In altri casi, il ritardo nel ciclo mestruale può essere legato a situazioni che vanno indagate e diagnosticate dallo specialista. Una di queste potrebbe essere l’interruzione, non graduale, come si raccomanda, della pillola contraccettiva. Ovviamente in tutti questi casi il parere del ginecologo ed, eventualmente, dell’endocrinologo per studiare quanto avviene è fondamentale per sapere come comportarsi e cosa fare.
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