Il ciuccio? Prima la mamma, poi il bebè!
Le allergie sono in costante aumento. Possono interessare la pelle, con arrossamenti, prurito e le tipiche macchioline dell’orticaria, le vie respiratorie, con quadri più leggeri di rinite e più gravi di asma, l’apparato digerente con crampi, mal di pancia, episodi di diarrea. I farmaci di automedicazione ad azione antistaminica sono estremamente utili per combattere i sintomi, che vanno dal naso chiuso e dagli starnuti a ripetizione fino agli arrossamenti e al prurito sulla pelle. Nelle forme più gravi occorre sempre fare riferimento al medico. Ma quello che spesso si dimentica è la prevenzione, che passa ovviamente attraverso l’allontanamento dai fattori che scatenano i sintomi (spesso si tratta di una “Mission Impossible” considerando che, ad esempio, è quasi impossibile eliminare del tutto gli acari da casa) e che, può iniziare davvero da piccolissimi. Infatti, nel neonato, potrebbe essere fatta attraverso una “condivisione” di batteri tra mamma e bambino. Come? Semplicemente facendo in modo che, prima di passare il classico ciuccio al piccolo, la mamma lo faccia passare tra le sue labbra. A prima vista questo consiglio potrebbe sembrare contrario a tutte le regole di igiene, ma ha un suo significato importante che ora la scienza dimostra chiaramente. Il “contagio” da parte dei batteri presenti sulle labbra della mamma consentirebbe infatti di trasmettere i batteri “buoni” materni, il cosiddetto microbiota, al bimbo. A proporre questa originale forma di “contagio” positivo è una ricerca condotta in Svezia che ha studiato come una precoce esposizione a batteri presenti negli adulti possa influenzare la flora batterica del bimbo. Lo studio, pubblicato sulla rivista Pediatrics e condotto all’Ospedale pediatrico “Queen Silvia” di Goteborg, ha preso in esame 206 donne incinte e poi 187 neonati. Poi i ricercatori hanno valutato, previo trasferimento di batteri dalla saliva dell’adulto a quella del piccolo, i mutamenti della flora batterica nella saliva di 33 bambini. Risultato? Almeno fino ai quattro mesi di vita c’è stata una contaminazione – si spera positiva – da parte dei batteri materni che hanno influenzato la flora batterica del bimbo. A volte il ciuccio può davvero rappresentare uno strumento per la salute futura!
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