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Come difendersi dal caldo afoso, consigli in casa e fuori

Come difendersi dal caldo afoso, consigli in casa e fuori
Tempo di lettura: 5 minuti

Fa caldo. E il clima è umido. Si boccheggia. Solo la sera e la mattina presto si trova un pizzico di refrigerio. Per chi resta in città, e non solo, il rischio di un colpo di calore dopo uno sforzo, anche minimo, o comunque di malesseri come svenimenti, testa che gira, sudorazione intense è dietro l’angolo. E occorre proteggersi dal caldo. Come? Sia in chiave preventiva che sul fronte dei rimedi i consigli sono tanti. 

Ma partiamo dall’inizio. Per capire come possiamo fare fronte al caldo afoso e combatterlo dobbiamo innanzitutto capire cosa fa il corpo per reagire alle alte temperature. In questo quadro, bisogna poi tenere a mente che i sistemi in grado di refrigerare l’organismo sono più o meno efficienti in base all’età: anziani e bambini sono maggiormente a rischio di disturbi legati al grande caldo, sia perché i loro apparati di regolazione termica non lavorano al meglio sia perché, spesso, dimenticano di bere, quando, invece, offrire liquidi all’organismo, sia con le bevande che con l’alimentazione, appare di grande importanza. 

Gli effetti del caldo eccessivo sul nostro organismo

Vi siete mai chiesti come reagisce il nostro corpo all’aumento delle temperature? La domanda ha un suo senso, visto che non siamo paragonabili ad altri animali. La nostra temperatura corporea deve muoversi solamente all’interno di un range preordinato dalla natura. L’uomo, infatti, è un animale omeotermo, cioè, ha un organismo che deve mantenere una temperatura media intorno ai 37 gradi: le variazioni possono essere minime, perché il nostro organismo ha nel tempo “ottimizzato” il suo termostato naturale, ovvero il sistema di controllo termico. L’obiettivo, in chiave evoluzionistica, è fare in modo che le parti principali del corpo come cervello, cuore e reni vengano preservate dagli sbalzi termici, in particolare, legati al grande caldo. Infatti, alcune aree cerebrali non possono sostenere una temperatura superiore ai 42 gradi, pena il rischio di danno irreversibili ai neuroni. Quando fa caldo, specie se l’umidità è troppo elevata, i sistemi di controllo possono però andare in tilt, causando problemi di salute di varia natura ed entità.

Come reagisce il nostro organismo al caldo umido

Come un termostato, il corpo umano sa come reagire all’aumento della temperatura ambientale. La regolazione viene attivata grazie al centro del raffreddamento, che si trova nell’ipotalamo e ha il compito di eliminare il calore in eccesso quando il corpo si scalda troppo. In base agli ordini che vengono inviati, quindi, si verificano reazioni che fanno calare la temperatura corporea. Ad esempio, con la vasodilatazione cutanea aumenta il calibro dei piccoli vasi sanguigni che quindi aumentano il sangue arterioso in arrivo alla pelle. Siccome il sangue arterioso è più caldo di quello venoso che ritorna al cuore, si crea una “differenza” termica con l’ambiente esterno che consente alla pelle di eliminare calore. Se la vasodilatazione non è sufficiente si comincia a sudare e si incrementa ancora la vasodilatazione, visto che l’attività delle ghiandole sudoripare incrementa la produzione di bradichinine, composti che entrano in gioco nell’infiammazione e aumentano l’apporto di sangue alla cute. Infine, c’è anche un ulteriore fenomeno che, pur non essendo controllato dall’ipotalamo, è estremamente utile per disperdere il calore in eccesso. Si chiama “perspiratio insensibilis”, è del tutto involontaria e consente l’evaporazione di liquidi attraverso le mucose delle vie respiratorie e la pelle.  

Colpo di calore e collasso da calore

Ci sono situazioni che richiedono una particolare attenzione, come nel caso del colpo di calore, legato ad una prolungata permanenza in un ambiente molto caldo e molto umido, a causa di un processo di disidratazione, di uno sforzo molto intenso, o per un improvviso aumento della temperatura quando si indossano vestiti troppo pesanti rispetto alla temperatura esterna. Tachicardia e assenza di sudore sono i segnali che debbono mettere in guardia, al punto che si sballa completamente il controllo della regolazione termica. Sul fronte del trattamento, il colpo di calore rappresenta una vera e propria emergenza. La prima misura da prendere è rinfrescare il corpo della persona con panni bagnati in acqua fredda, ma poi è sempre necessario il ricovero al pronto soccorso per le cure.

Altro possibile rischio è il collasso da calore, legato alla diminuzione del sangue circolante. In questi casi all’inizio ci si sente deboli, si suda profusamente e si avverte un forte giramento di testa. Il battito cardiaco tende poi a rallentare, la pressione arteriosa scende e la pelle diventa fredda, fino allo svenimento. In tal caso, conviene sempre chiamare un’ambulanza e, nell’attesa, mettere la persona svenuta in posizione orizzontale con le gambe rialzate rispetto al capo. Se una persona dovesse avvertire i sintomi del collasso di calore, sarebbe buona norma non spaventarsi, sedersi, “prendere aria” e se possibile rinfrescarsi e bere.

Cosa mangiare e bere quando fa molto caldo

Non esagerate con le calorie. Ma fate attenzione a bere molto, l’acqua va benissimo, e soprattutto a nutrirvi con intelligenza, cercando di bere anche mangiando. Questo è il segreto per fronteggiare a tavola il caldo, offrendo acqua e sali minerali presenti negli alimenti. Tradotto in pratica: per combattere il caldo, occorre puntare su un’alimentazione ricca di frutta e altri vegetali, sia in pinzimonio sia in gustose zuppe fredde di verdura.  Perché le perdite liquide vanno compensate. Il consiglio è valido soprattutto per le persone anziane e i bambini, più sensibili a eventuali carenze temporanee di ali minerali, gli invisibili regolatori della funzione delle cellule e dei muscoli. Il tutto, ovviamente, senza dimenticare il valore delle proteine presenti, ad esempio, nei legumi, da consumare freddi in insalata, nel pesce o nei latticini freschi. 

Importante è anche ricordare che conviene consumare alimenti che non impegnino troppo la digestione; quindi, non ricchi di grassi di condimento soprattutto cotti, per ridurre i rischi che il sangue venga “rubato” dallo stomaco durante la digestione con conseguenti pericoli per cuore e cervello. Insomma: l’alimentazione dovrebbe essere leggera e “colorata”, ossia con una quantità significativa di frutta e verdura, che consentono anche una digestione più veloce. Serve una costante idratazione, che può essere integrata con bevande come spremute d’arancia e succhi di frutta, che permettono di avere liquidi, carboidrati e potassio.

Cosa fare se si è cardiopatici o ipertesi

Quando arriva l’estate, chi soffre di patologie cardiovascolari o comunque è in trattamento per la pressione alta deve sempre fare il punto con il medico. Il grande caldo può, infatti, alterare la regolazione pressoria e la frequenza cardiaca. Cosa fare? Bisogna prestare attenzione alle temperature elevate e alla conseguente vasodilatazione, che può causare improvvisi fenomeni ipotensivi, collegati alla bassa pressione, e determinare stati lipotimici, forte astenia, in qualche caso vere e proprie sincopi. Per evitare questo processo, occorre idratarsi bene e frequentemente e cercare di non esporsi eccessivamente al caldo.

Questi principi valgono soprattutto al mare dove, inoltre, passare rapidamente dal caldo al freddo dell’acqua (o da ambienti caldi ad ambienti condizionati freddi) può comportare un repentino passaggio dalla vasodilatazione alla vasocostrizione, determinando potenziali conseguenze pericolose. Importante è anche evitare l’esercizio fisico nelle ore più calde, oltre a mettere a punto con il medico le terapie e una modifica se necessario delle proprie abitudini di vita. Ultima raccomandazione: attenzione anche in montagna. Nei soggetti cardiopatici si può avere una riduzione dell’ossigenazione del sangue. Consiglio generale è comunque quello di rispettare l’aderenza terapeutica e disporre delle adeguate prescrizioni anche nel periodo estivo. 

Come dormire bene con il caldo

L’aria condizionata, a patto che non si propongano temperature eccessivamente basse, può aiutare a prendere sonno in estate. Così come può essere d’ausilio creare corrente d’aria. Ma è un fatto che il caldo, specie se in presenza di fastidiosi ronzii legati alle zanzare e, quindi, a ponfi e prurito o ancora di rumori (musica, schiamazzi, traffico…) provenienti dall’esterno, più comuni d’estate, può diventare nemico del sonno, ancor più se ci si trova in un letto o in una stanza che non sono i propri. Insomma: sono tanti gli elementi che in estate possono portarci un sonno disturbato e per questo, se non si soffre di vera e propria insonnia cronica (in questo caso il trattamento va indicato dal medico) i farmaci di automedicazione possono risultare di grande aiuto, consentendo di cadere (e restare) più facilmente tra le braccia di Morfeo. Esistono prodotti che contengono valeriana ed altre erbe come passiflora o camomilla che, sotto forma di tisane o compresse, possono agevolare un buon riposo.