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Quanti tipi di mal di testa esistono? Le cause e i rimedi 

Quanti tipi di mal di testa esistono? Le cause e i rimedi
Tempo di lettura: 8 minuti

Il mal di testa è uno dei malesseri più diffusi al mondo. Pochi sono infatti coloro che possono affermare di non averne mai avuto uno! In effetti, “avere mal di testa” è una espressione comune che indica, in senso generale, un dolore alla testa. Sovente, come sinonimo di mal di testa di usa il termine cefalea che deriva dal greco kephaláia (da kephalḗ e cioè testa). 

L’emicrania, termine spesso usato al posto di cefalea o mal di testa è invece, un tipo particolare di cefalea.

Infatti, la cefalea ha molti volti. Impariamo a conoscerli! 

Che cosa è la cefalea

Cefalea è il termine scientifico per indicare il comune mal di testa, ossia un dolore localizzato generalmente a livello del cranio o della parte alta del viso. Ci sono forme di mal di testa che interessano soprattutto i giovani e altre che colpiscono soprattutto chi è avanti con gli anni; ci sono tipi di cefalee che si legano alla postura, o all’ipertensione, e altri che invece risentono dello stress, dell’alimentazione e altri ancora che sembrano non avere elementi scatenanti. 

Insomma: l’arcipelago della cefalea è fatto di tante isole, che vanno conosciute, comprendendo anche come e dove si manifesta più spesso il dolore per affrontarlo al meglio. Se è vero, infatti, che quando il mal di testa è solo un sintomo temporaneo e occasionale i farmaci da banco ad azione analgesica e antinfiammatoria sono di grande utilità, è altrettanto innegabile che nelle forme più serie di deve essere il medico a fare la diagnosi corretta e ad indicare la strategia sia curativa che preventiva ottimale per ogni singolo caso.

Cefalee primarie e secondarie 

Ci sono cefalee primarie e le cefalee secondarie. 

Le cefalee primarie non hanno una causa ben identificata. Per questo sono dette anche cefalee idiopatiche e cioè senza, appunto, una spiegazione chiamante dimostrabile. Del gruppo delle cefalee primarie fanno parte: l’emicrania (con e senza aurea), la cefalea tensiva e la cefalea a grappolo

Al gruppo delle cefalee secondarie appartengono, invece, tutte quelle manifestazioni di mal di testa legate a una causa sottostante come, ad esempio, la presenza di una lesione. 

Vediamo ora nel dettaglio le principali forme di cefalee primarie.

Le cefalee primarie

Emicrania (con e senza aurea)

L’emicrania è una delle forme più comuni di cefalea: si stima che interessi quasi una persona su dieci ed è diffusa soprattutto (ma non solo) tra le donne anche se può fare la sua insorgenza già nell’infanzia, in alcuni casi addirittura in età prescolare. È una condizione più comune in chi ha soggetti affetti da emicrania in famiglia.

Si possono distinguere fondamentalmente due tipi di emicrania: quella con aura e quella senza aurea

L’emicrania senza aurea è più frequente: si riconosce perché si caratterizza per attacchi di mal di testa frequenti – che possono durare da qualche ora a tre giorni – unilaterali e cioè, che interessano una sola parte del capo (da cui il nome emicrania, metà del capo), con dolore pulsante – d’intensità moderata o forte – che peggiora con l’attività fisica. Chi ne soffre può manifestare intolleranza e fastidio alla luce e ai rumori e avere episodi di nausea o vomito. 

Irritabilità, malumore e tristezza possono essere le spie d’allarme che segnalano l’inizio di una crisi. 

Nel sesso femminile, circa il 60 per cento dei casi di emicrania senza aura, tende a insorgere in un periodo vicino o sovrapponibile al ciclo mestruale

L’emicrania senza aurea può comparire tra i 10 e i 30 anni, generalmente si attenua, spesso fino a scomparire, oltre i 50 anni.

A seconda delle persone, l’emicrania può manifestarsi con minore (meno di due attacchi al mese) o maggiore frequenza (3-5 attacchi al mese). In alcuni casi, la frequenza può essere elevata e superiore ai 5 attacchi mensili. 

L’emicrania con aura è una cefalea primaria che si caratterizza, oltre che per la presenza di attacchi dolorosi unilaterali, anche da sintomi neurologici che normalmente si sviluppano 5-20 minuti prima dell’attacco e perdurano per non più di 60 minuti (aura). In questi casi la cefalea viene preceduta da disturbi visivi come l’annebbiamento, la deformata visione della struttura degli oggetti. In altre varianti dell’aura si manifestano, invece, parestesie come formicolii o simili su un lato del corpo. 

La prima prevenzione per chi soffre di emicrania è individuare ed evitare i fattori scatenanti siano essi di natura comportamentale (ansia, stress, fumo, affaticamento), dietetica (alcool, cioccolato, salumi), ambientale (inquinamento, altitudine, esposizione al sole) o endogena (mestruazioni, malattie frequenti). 

Nei casi di attacchi di emicrania con aura, la comparsa dei classici sintomi neurologici di avvertimento (flash scintillanti, perdita della vista in un’area limitata dell’occhio, oscuramento o annebbiamento del campo visivo, sensazione di formicolio e intorpidimento ad un braccio, mancanza di coordinazione nei movimenti e perdita di coscienza) può essere fonte di ansia per il paziente che deve quindi essere rassicurato dal medico sulla natura assolutamente reversibile di questi disturbi.  Il trattamento preventivo farmacologico (profilassi) va indicato dallo specialista caso per caso. 

Cefalea tensiva

È la forma più diffusa di mal di testa ed è legata alla contrazione dei muscoli del collo e delle spalle che determinano l’insorgenza un dolore generalmente bilaterale che “stringe” la testa, senza nausea e vomito, anche se a volte possono essere presenti fotofobia e fotofonia. Il dolore si localizza spesso nella regione occipitale media e inferiore del cranio e non è peggiorato dall’attività fisica. Si tratta di un dolore cupo e persistente, a volte è avvertito a livello degli occhi, ma ha spesso caratteri variabili anche nello stesso soggetto. Generalmente, è di lieve o media intensità, e non pregiudica le normali attività quotidiane. Colpisce prevalentemente il sesso femminile,  e più in generale coloro che, per motivi di studio o di lavoro, trascorrono molte ore seduti, in posizioni scorrette, o accumulano stress e tensione

I soggetti colpiti da cefalea tensiva mostrano, a volte, una certa propensione alla depressione e all’ansia o hanno problemi di relazione con gli altri. Per questo genere di persone, un avvenimento stressante si trasforma più facilmente in un fastidioso mal di testa. 

La cefalea tensiva, più spesso episodica, può però essere anche cronica

Nel primo caso (cefalea tensiva episodica) gli attacchi ricorrono per meno di quindici giorni al mese e sono di una durata variabile, tra la mezz’ora e la settimana. Quando è occasionale, la cefalea tensiva può essere affrontata con il ricorso a farmaci da banco ad azione analgesica e antinfiammatoria, da prenderne al bisogno, quindi, meglio all’insorgenza del dolore.

Nel secondo caso (cefalea tensiva cronica), il dolore è presente, complessivamente, per sei mesi all’anno. La cefalea cronica va sempre affrontata dallo specialista che definirà la terapia caso per caso. Anche la presenza di cefalea tensiva episodica ma ricorrente va riferita al medico al fine di definire meglio il quadro clinico specifico e le cure più adeguate.

Cefalea a grappolo

Questo tipo di cefalea deve il suo nome al raggruppamento degli attacchi, che si presentano cioè ravvicinati nel tempo e che, ancora oggi, non hanno una causa dimostrabile. A differenza dell’emicrania, colpisce più gli uomini che le donne, con una insorgenza, generalmente, intorno ai 30 anni.

Questa cefalea provoca un dolore molto intenso, fluttuante, descritto come lacerante oppure trafittivo e si avverte una intensa pulsazione dei vasi temporali. Il dolore viene riferito dal paziente dietro e intorno all’occhio, con irradiazione possibile alla fronte, alle tempie, al naso e alle guance. Possono comparire tumefazione e lacrimazione, con perdita di liquido trasparente dal naso, arrossamenti e sudorazione della metà del viso interessata.  In genere, il paziente colpito da cefalea a grappolo risulta agitato e non riesce a stare fermo. Le algie sono particolarmente dolorose già dopo pochi minuti dall’inizio della crisi, e possono essere precedute da prodromi come una sensazione di bruciore su un lato del cranio. 

L’attacco dura poco, in genere da 30 a 45 minuti, anche se vi sono pazienti che hanno attacchi molto più brevi, solo pochi minuti, al massimo un quarto d’ora o, al contrario, molto più lunghi, della durata di qualche ora. 

Questa forma di cefalea si ripresenta da una a quattro volte al giorno nel periodo di attivazione della malattia, con attacchi che tendono a manifestarsi regolarmente agli stessi orari del giorno e, soprattutto, della notte. Il dolore interessa sempre un lato della testa e si mantiene con questa caratteristica per tutto il grappolo, potendo, talvolta, cambiare lato nel grappolo successivo. 

I periodi di attivazione della patologia in cui la cefalea è presente con attacchi ricorrenti su base giornaliera possono durare settimane o mesi per poi scomparire del tutto per mesi o anni. Sovente, si osserva una ricorrenza stagionale più frequente in primavera o in autunno

Più in generale, la cefalea a grappolo è definita episodica quando il paziente ha un periodo di attivazione annuale o biennale, cronica se, invece, l’attivazione dura per almeno un anno senza remissione o con periodi di remissione molto brevi, non superiori alle due settimane. 

Altre tipologie di cefalee primarie 

Esistono poi altri tipi di cefalee primarie molto eterogene, tra loro per le quali la scienza non ha ancora chiarito pienamente le cause anche se sovente la loro comparsa è legata a particolari situazioni fisiologiche. Tra queste di ricordano 

  • La cefalea coitale compare improvvisamente durante o subito dopo l’attività sessuale, colpendo più gli uomini che le donne. Il dolore alla testa viene descritto come un peso su tutto il capo, a volte invece viene definito come un dolore pulsante. Tende a scomparire nell’arco di poco tempo dopo
  • La cefalea da sforzo compare quando si effettua un da un certo tipo di attività fisica, da un attacco di tosse, con colpi ripetuti a breve durata a un allenamento intenso. Il dolore è come una morsa stretta intorno al cranio. Specie quando lo sforzo fisico è particolarmente intenso e prolungato, si pensa che l’aumento del flusso sanguineo verso i muscoli unito alla disidratazione che diminuisce il volume dei vasi sanguinei, il flusso di ossigeno verso la testa diventa più difficile, favorendo l’insorgenza di mal di testa.
  • La cefalea da week-end compare in genere il sabato mattina, quando “si allenta” la tensione della settimana. Sembra che all’origine del disturbo, favorito dalla variazione dei ritmi di vita e delle ore di riposo nel fine settimana possa esserci proprio una variazione del volume dei vasi sanguigni determinata dalla variazione di alcuni ormoni. Il dolore è molto intenso e diffuso a tutto il cranio.
  • La cefalea da stimolo freddo compare con l’applicazione esterna al capo di uno stimolo freddo oppure quando viene ingerita una sostanza fredda (come il gelato) o inalata aria fredda. In genere il dolore è intenso, di tipo trafittivo, frontale, a volte temporale e di breve durata

Cefalee secondarie: cause e sintomi

Alcune condizioni, anche molto comuni, possono portare ad episodi di mal di testa. Questo può comparire, ad esempio, se siamo digiuni da troppo tempo, se abbiamo difficoltà digestive dopo aver mangiato troppo, in caso di abuso o non drastica sospensione nell’assunzione di sostanze come i farmaci, o in caso di malattie da raffreddamento e congestione nasale. Ci sono casi in cui il mal di testa è legato a una condizione patologica cronica sottostante come, ad esempio, l’ipertensione o l’artrosi cervicale. 

Anche se ovviamente esistono variazioni personali, in termini generali, il dolore legato al mal di testa tende a manifestarsi in modi simili nelle persone che soffrono dello stesso tipo di cefalea. 

Ecco, solo una breve carrellata dei tipi di mal di testa secondari che possono comparire come segnale di una alterazione più o meno temporanea dello stato di salute ed equilibrio dell’organismo. 

  • Cefalea da congestione nasale o cefalea rinogena. L’infiammazione della mucosa nasale genera accumulo di muco e riduzione del flusso d’aria nelle cavità nasali e paranasali causando una sensazione di pressione e dolore che si irradia dalla zona del naso e degli occhi fino ad arrivare alla fronte.
  • Cefalea da abuso o sospensione di sostanze: La cefalea da abuso di sostanze, farmaci ma anche altre sostanze, come l’alcol o la caffeina, compare quando si eccede nell’assunzione (dosaggio e ritmo) o la si sospende bruscamente come accade per certi farmaci o alimenti quotidiani come thè o caffè. La sede del dolore varia da persona a persona anche se in genere è un dolore acuto anteriore e frontale. Ad esso si associano, sovente anche a irritabilità e difficoltà di concentrazione, rigidità del collo, a volte vertigini, nausea e vomito e dolori addominali.
  • Cefalea da ipertensione. Il dolore è molto diffuso, a volte pulsante e associato a vertigini, cali di memoria e nausea.
  • Cefalea da artrosi cervicale. Il dolore comincia dal collo, sale lungo la nuca e arriva fino al vertice del cranio, interessando una delle parti laterali del capo. Si tratta di un tipo di cefalea che può cronicizzare e che si accompagna a limitazioni dei movimenti del collo, con dolore che può irradiarsi anche alla spalla e al braccio del lato interessato.

Mal di testa: quando preoccuparsi?

Altre volte, invece, il mal di testa è a comparsa improvvisa oppure “nuovo” nella sua manifestazione. Può essere particolarmente intenso, invalidante o ricorrente, e associato ad altri sintomi come: parestesia, confusione mentale, amnesie, disturbi visivi, febbre, perdita di peso, pressione arteriosa molto alta. Può essere legato a lesioni e problematiche di salute potenzialmente anche gravi come una emorragia subaracnoidea, neoplasie intracraniche, infezioni. Si tratta di casi che richiedono il tempestivo intervento del medico. 

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