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Fuoco di Sant’Antonio: cos’è, come si riconosce e si cura l’Herpes Zoster

Fuoco di Sant’Antonio: cos’è, come si riconosce e si cura l’Herpes Zoster
Tempo di lettura: 4 minuti

Avete presente quella lunga fila di formichine che vanno verso la loro tana? Sul corpo umano, a volte, appaiono lesioni che possono ricordarci questa immagine. A causarle è l’herpes Zoster. Si tratta lesioni arrossate che determinano un’eruzione a grappolo di tipo eritematoso e vescicolare, che si propaga come se seguisse una linea ipotetica, che altro non è che l’area della cute sovrastante il nervo spinale interessato dall’infiammazione a causa della riattivazione del virus Herpes Zoster.

Che cosa è l’Herpes Zoster e perché è conosciuto come fuoco di Sant’Antonio

Questo è il virus responsabile della varicella che, come accade per i virus della stessa famiglia, come l’herpes simplex o labiale, sopravvivono latentemente nell’organismo, senza mai abbandonarlo, all’interno dei gangli nervosi (veri e propri fortini inespugnabili) per poi manifestarsi nuovamente sfruttando magari la debolezza del sistema immunitario. Oltre alle vescicole, la riaccensione del virus porta anche dolore, e diversi fastidi tanto che popolarmente la patologia è, nella mente di tutti, nota con il nome di fuoco di Sant’Antonio. Chi rischia di più la riaccensione di questo virus? Ma soprattutto, come mai anche dopo che le lesioni della pelle sono passate può rimanere dolore per settimane o mesi? 

Come e perché l’herpes Zoster si riattiva e manifesta

Il virus Herpes Zoster, lo stesso che provoca la varicella, normalmente “vive nascosto” nelle radici dorsali sensitive. In certe situazioni il virus però si riattiva. Questo accade più spesso in caso di l’età avanzata, che rappresenta un fattore di rischio, ma anche per l’assunzione di terapie che riducono l’attività di difesa dell’organismo. Più in generale, il virus ha più probabilità di tornare a manifestarsi in presenza di una particolare debolezza del sistema immunitario. Quando  esce allo scoperto, dà luogo, dapprima, a formicolii e prurito nell’area dell’infezione seguiti poi, da dolori violenti e intensi che si presentano sulla porzione di cute corrispondente all’area di distribuzione del nervo interessato dalla “riaccensione” dell’infezione dove, dopo un paio di giorni dalla comparsa dei primi sintomi, compare  l’eruzione cutanea. Come detto essa si presenta con lesioni che ricordano quelle della varicella.

Come anticipato, come tutti i virus della famiglia dell’Herpes, anche lo Zoster persiste nell’organismo in forma latente dopo la prima infezione per poi tornare a ripresentarsi con fastidi che si si manifestano generalmente lungo il percorso del nervo infiammato e che quindi, interessano solo una metà del corpo, magari il torace o l’addome. A volte la riaccensione del virus può interessare anche il volto, provocando una paralisi del nervo facciale, o addirittura, nei casi più gravi, il virus attivo può determinare una mielite, cioè un’infiammazione del midollo spinale. 

I soggetti più a rischio

Anche se non si conoscono esattamente le ragioni cliniche che determinano la riattivazione del virus, come detto, le persone più a rischio, sono quelle anziane ma il fuoco di Sant’Antonio non è un problema esclusivo della terza età. Se è vero che sopra i 60 anni, ad esempio, è statisticamente dieci volte superiore rispetto ai bambini, non vanno sottovalutate specifiche situazioni di rischio: chi ha assunto a lungo farmaci che agiscono sul sistema immunitario, per ridurne l’attività come accade ad esempio con i derivati del cortisone, è a rischio più elevato, come del resto chi sta lottando con un tumore o chi è sieropositivo per il virus dell’Hiv/Aids. 

Il decorso dell’infezione e i sintomi associati

Il decorso dell’infezione da Herpes Zoster, sul fronte clinico, si manifesta con la comparsa della classica triade che contraddistingue la varicella. Dopo il periodo di incubazione e i primi dolori, il virus si manifesta con uno sfogo, ossia delle macchioline rosse, le papule, che poi formano piccole vescicole. Queste poi, nel giro di qualche giorno scoppiano e si formano delle crosticine che tendono a scomparire completamente entro due settimane dalla comparsa delle lesioni. 

Come nel caso della varicella, le lesioni possono dare un prurito più o meno intenso ma, visto il coinvolgimento delle vie nervose, soprattutto all’inizio si può avere una generica sensazione di fastidio e un dolore, anche molto intenso (un vero fuoco!) ma ben localizzato. Rispetto a quanto avviene con la varicella che si estingue progressivamente, in alcune persone l’infezione da Herpes Zoster può dare origine ad un altro problema, quello della neurite o nevralgia post-erpetica. Si tratta di una condizione che rappresenta una causa di dolore cornico, e si mantiene nel tempo per l’infiammazione del nervo che permane anche dopo che le lesioni sono completamente sparite. Questa condizione, così come specifiche localizzazioni della patologia (ad esempio all’occhio o al nervo trigemino) rappresenta una delle complicazioni più temute della riaccensione dell’infezione. Il dolore, infatti, si può mantenere per lungo tempo, penalizzando fortemente la qualità di vita. Il quadro clinico diventa quindi più complesso e va seguito ovviamente dal medico. 

Contagiosità del fuoco di Sant’Antonio e recidive

Il fuoco di Sant’Antonio non è di per sé contagioso. Se però una persona non ha mai avuto la varicella ed entra in contatto con il liquido presente nelle vescicole della manifestazione cutanea, può ammalarsi di varicella. Questo contagio non avviene prima che le vescicole siano presenti né quando queste sono ormai secche. Inoltre, mentre l’herpes labialis ricompare diverse volte nella vita, in genere l’Herpes Zoster tende a manifestarsi molto più raramente, in genere una sola volta, anche se il fatto di avere avuto un episodio di Fuoco di San Antonio non impedisce una ulteriore riattivazione.

Cura, consigli utili e prevenzione

La diagnosi e la cura dell’herpes Zoster deve essere determinata dal medico a seconda della gravità e della localizzazione dell’infezione. In genere, vanno assunti farmaci antivirali che possono associarsi a farmaci sintomatici ad azione antipruriginosa e antidolorifica per alleviare prurito e infiammazione. Buona norma è tenere sempre pulita e asciutta l’area interessata, evitando di grattarsi per scongiurare il rischio di sovra infezioni batteriche e aumentare la possibilità che restino cicatrici.

Sul fronte della prevenzione, oggi esiste la possibilità di vaccinarsi preventivamente contro l’Herpes Zoster. Il vaccino è particolarmente consigliato agli anziani e a chi soffre di specifiche malattie croniche che possono avere un impatto sul sistema immunitario. Inoltre, è consigliabile prevenire la varicella, vaccinando contro la malattia i bambini e gli adulti privi di immunità 

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