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In palestra, via libera allo spinning

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In palestra, via libera allo spinning

Attenzione però a muscoli e articolazioni: il troppo stroppia!
Con i buoni propositi dopo l’estate, si torna in palestra e si promette a se stessi di fare una regolare attività fisica almeno fino alla prossima prova costume.
Tra le tante attività nei timing delle palestre è di gran moda lo spinning.
Inventato da un esperto di fitness, Johnny Goldberg, prevede l’impiego di cyclette modificate con una sola ruota che gira anteriormente.
Si pedala e si dosa lo sforzo con un freno applicato sulla ruota. Il tragitto virtuale, che dura in media una quarantina di minuti, ma viene deciso dall’istruttore, prevede l’alternarsi di salite, discese e di brevi scatti, che simulano gli sprint. In questo modo chi pedala è costretto ad adattare lo sforzo in funzione delle sue possibilità.
Ad aiutare chi sta facendo fatica ci può essere anche la musica, per tenere meglio il ritmo. Lo spinning viene considerato come esercizio aerobico, cioè con consumo di ossigeno, anche se negli scatti brevi si possono presentare ridotte fasi di esercizio anaerobico.
Può essere particolarmente utile anche per chi è in soprappeso, se associato alla dieta. Attenzione però. È la macchina a definire quanto occorre pedalare, quali sono le pendenze da superare e qual è il ritmo della pedalata.
Il che porta qualcuno a “perdere” il ritmo perché non più in grado di recepire il consiglio dell’istruttore e calare rapidamente il carico di lavoro. Il pedale continua a muoversi e questo può causare potenziali traumi, da problemi muscolari fino a leggere distorsioni.
I problemi si possono affrontare con i farmaci di automedicazione, che aiutano a controllare il dolore e l’infiammazione in sede locale, oltre che con qualche giorno di riposo.

Foto di Stefano Ember