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Orticaria: cosa fare con pomfi e prurito

Orticaria: cosa fare con pomfi e prurito
Spesso, quando una situazione o una persona ci infastidiscono, utilizziamo l'espressione “Mi fa venire l'orticaria!” ma cos'è è in realtà l'orticaria?

Eruzione pruriginosa transitoria acuta o cronico-recidivante, con pomfi o edemi che possono interessare sia la cute che le mucose e appaiono variamente circoscritti e rilevati. Questa può essere una definizione tecnica dell’orticaria, che spiega perché proprio ricordando metaforicamente il fastidio che si accompagna al quadro, si arriva a dire di “avere l’orticaria” quando non si sopporta qualche persona o quanto non si sopporta di vivere una determinata situazione.

Dal punto di vista clinico l’orticaria non va sottovalutata. Questo non solo per il prurito e i fastidi legati all’infiammazione. Dietro al quadro, infatti, possono esserci cause diverse e, a volte difficili da individuare. È quindi basilare fare affidamento sul medico per la diagnosi e la terapia, ricordando che per controllare i sintomi e i segni sulla pelle (con conseguente gonfiore e prurito) i farmaci di automedicazione ad azione antiallergica, antisettica e antipruriginosa possono essere d’aiuto

Che cos’è l’orticaria 

L’orticaria è una condizione patologica legata all’eccessiva produzione di particolari mediatori, come l’istamina, e di cellule come basofili o mastociti. Il risultato finale di questi fenomeni è un incremento della permeabilità dei vasi sanguigni, che in ultima analisi appare l’elemento fondamentale nella genesi del processo cutaneo, cioè dei punti rossi, dei pomfi e delle bolle. Detto questo, tecnicamente il quadro può vedere diversi meccanismi che entrano in gioco. Contano sicuramente i fattori ereditari, il cui effetto appare significativo soprattutto nell’induzione dell’atopia, ovvero della predisposizione a sviluppare la condizione nei membri di una stessa famiglia. Perché, se è vero che l’orticaria non è contagiosa, è innegabile che i casi si possano concentrare in ambito familiare. 

In caso di orticaria, anche senza il fattore ereditario, si verifica “la cascata di immunoglobuline”, prodotte dalle cellule immunitarie chiamate plasmacellule: quando il sistema immunitario riconosce una sostanza estranea stimola le plasmacellule affinché producano immunoglobuline specifiche vale a dire gli anticorpi. Questo fenomeno favorisce la dilatazione dei vasi sanguigni e la comparsa dei sintomi dermatologici.

Le cause dell’orticaria

Anche se siamo portati a tentare di riconoscere sempre e comunque uno o più fattori che possono generare le tipiche lesioni dell’orticaria, dobbiamo rassegnarci al fatto che non sempre le cause dei problemi sono chiaramente riconoscibili. 

Nella maggior parte dei casi entrano in gioco, come visto, le classiche reazioni allergiche, attraverso l’intermediazione delle Immunoglobuline E o IgE. Questa situazione si presenta in soggetti che sviluppano sensibilità nei confronti di allergeni specifici, come gli alimenti, alcuni farmaci o sostanze in grado di determinare reazioni con semplice contatto con sostanze irritanti/allergizzanti (ortica, medusa, insetti, alghe, processionaria, acari, ecc.).

Se la semplice intolleranza è l’elemento patogenetico più noto, va ricordato che l’orticaria può essere però indotta anche da infezioni di diversa origine (virale, batterico, o addirittura parassitario per esempio da elminti, ovvero vermi) o si lega ad agenti fisici, (freddo, caldo, pressione, esposizione al sole) o addirittura originarsi in seguito a stress o stati emotivi.

A fianco di questi aspetti possono poi partecipare nella patogenesi dell’orticaria anche fattori ormonali. Infine, quando l’orticaria fa da corollario a quadri patologici complessi come, ad esempio, la mastocitosi sistemica, entrano in gioco vari meccanismi, che potrebbero essere responsabili, almeno in parte, anche di alcune forme della manifestazione cutanea genericamente definite idiopatiche.

Come detto, non sempre è semplice identificare le cause dell’orticaria. Il rischio di una diagnosi non corretta appare maggiore in forme che non hanno una causa scatenante ben identificata, come un’allergia dimostrata. In questi casi, per il medico si pone il problema di individuare il reale elemento scatenante degli attacchi, ma soprattutto la necessità di arrivare una terapia che possa risultare realmente agire sulle cause del problema e non semplicemente sintomatica. 

I sintomi dell’orticaria

In genere, l’orticaria si manifesta con chiazze rosse e pruriginose, leggermente in rilievo. 

A livello scientifico, le manifestazioni dell’orticaria assumono due tipologie cliniche ben precise. La forma più comune è caratterizzata da lesioni pomfoide o eritemato-maculoso, localizzate sullo strato superficiale del mantello cutaneo. Più raramente si può manifestare un secondo tipo di reazione quale un angioedema, che interessa, invece, tessuti sottocutanei profondi con pomfi di dimensioni maggiori. In questa seconda condizione le lesioni si localizzano soprattutto al volto e alle vie aeree superiori mentre, tra le mucose, appaiono più frequentemente colpite le zone genitali e la bocca. 

Quanto tempo dura l’orticaria? Nella forma acuta l’orticaria dura circa quattro settimane, ma può risolversi spontaneamente anche nell’arco di poche ore o di una giornata.

Cosa fare quando appaiono puntini e prurito

Il medico va sempre sentito in caso di orticaria. L’approccio terapeutico si basa essenzialmente sull’impiego di antistaminici, specie nelle forme più leggere, mentre può prevedere composti o trattamenti più specifici nelle forme gravi. Importante è anche evitare lesioni da grattamento e quindi consigliare una serie di precauzioni estremamente utili in questo senso. Ad esempio, occorre che il paziente eviti indumenti di fibre irritanti a contatto con la pelle, non strofini la pelle asciugandola, non assuma alimenti come, ad esempio, formaggi fermentati, che possono favorire la liberazione di istamina. 

Per il resto, i farmaci di automedicazione possono rappresentare un valido sistema per limitare i sintomi, somministrati sia per via topica, quindi localmente, che per via generale. Importante è però prestare attenzione alla prevenzione quando ovviamente si conoscono gli elementi esterni che possono indurre la formazione delle classiche lesioni. Questo è possibile quando si è identificato “il colpevole” del quadro.

Viceversa, in caso non si sappia da dove può nascere l’orticaria, a tavola occorre puntare inizialmente si una dieta di “eliminazione”: per alcuni giorni si mangiano solo cibi sicuramente non nocivi per poi aggiungere alla dieta un nuovo alimento ogni giorno finché non ricompaiono i disturbi. A quel punto è evidente che quel determinato alimento o bevanda può essere considerato responsabile dei problemi. Per queste forme spesso la colpevole è l’istamina che viene liberata a seguito dell’esposizione a un allergene contenuto in un cibo ingerito che l’organismo riconosce come nocivo. L’istamina favorisce l’infiammazione e quindi dà il via ai ponfi e al prurito associati, a volte, a mal di testa o dolori di pancia.

Gli alimenti a maggior rischio, in questo senso sono, nelle persone predisposte, il cioccolato, le fragole, le banane, le arachidi, i crauti, i pomodori, i formaggi fermentati o anche il vino bianco.