Quanto bisogna spettare per tuffarsi?
L’abbiamo fatto noi da bambini e continuano a farlo adesso i più piccoli: fremere dall’impazienza di buttarsi in acqua dopo aver mangiato mentre genitori e nonni impongono la necessità di rimanere all’asciutto. Tutti sappiamo, infatti, che per evitare la congestione, dopo aver mangiato bisogna spettare almeno tre ore prima di buttarsi in acqua. Ma è davvero così?
In realtà la scienza non dice con chiarezza quando si può entrare in acqua dopo il pasto. Addirittura una ricerca dell’Università di New York arriva a dire che nuotare subito dopo mangiato non aumenta il rischio di annegamento, a meno che non ci siano di mezzo delle bevande alcoliche. Ma allora, come comportarsi? Usare il buon senso!
L’ideale è fare attenzione a quello che si mangia e si da ai bambini, ricordando che i grassi richiedono una digestione più lenta ed elaborata da parte dello stomaco. Il tonno, ad esempio, può necessitare anche sei ore per una digestione completa perché è un alimento molto grasso.
Se mangiate uno snack leggero, una insalata, un frutto o un panino non eccessivamente imbottito e ricco di grassi e salse, non si dovrebbe incorrere in grossi problemi e sicuramente non bisogna attendere tre ore che il processo digestivo sia completato. Molto importante è, invece, evitare di tuffarsi quando si è molto accaldati in un’acqua dalla temperatura non proprio accogliente. In questo caso, c’è il rischio di malessere legato alla sindrome da idrocuzione. Fondamentale è quindi sempre immergersi in acqua gradualmente: bisogna entrare lentamente bagnandosi il viso, il torace, l’addome quando ancora l’acqua è bassa, in modo da poter tornare a riva immediatamente qualora si avvertisse un malessere.
Inoltre, bisogna evitare i tuffi da accaldati, non tanto per il rischio di congestione ma più per quello di uno svenimento. Queste regole, valide per tutti, sono particolarmente utili per i bambini il cui sistema di termoregolazione può non essere perfettamente tarato.
In realtà la scienza non dice con chiarezza quando si può entrare in acqua dopo il pasto. Addirittura una ricerca dell’Università di New York arriva a dire che nuotare subito dopo mangiato non aumenta il rischio di annegamento, a meno che non ci siano di mezzo delle bevande alcoliche. Ma allora, come comportarsi? Usare il buon senso!
L’ideale è fare attenzione a quello che si mangia e si da ai bambini, ricordando che i grassi richiedono una digestione più lenta ed elaborata da parte dello stomaco. Il tonno, ad esempio, può necessitare anche sei ore per una digestione completa perché è un alimento molto grasso.
Se mangiate uno snack leggero, una insalata, un frutto o un panino non eccessivamente imbottito e ricco di grassi e salse, non si dovrebbe incorrere in grossi problemi e sicuramente non bisogna attendere tre ore che il processo digestivo sia completato. Molto importante è, invece, evitare di tuffarsi quando si è molto accaldati in un’acqua dalla temperatura non proprio accogliente. In questo caso, c’è il rischio di malessere legato alla sindrome da idrocuzione. Fondamentale è quindi sempre immergersi in acqua gradualmente: bisogna entrare lentamente bagnandosi il viso, il torace, l’addome quando ancora l’acqua è bassa, in modo da poter tornare a riva immediatamente qualora si avvertisse un malessere.
Inoltre, bisogna evitare i tuffi da accaldati, non tanto per il rischio di congestione ma più per quello di uno svenimento. Queste regole, valide per tutti, sono particolarmente utili per i bambini il cui sistema di termoregolazione può non essere perfettamente tarato.
Attraverso consigli pratici e informazioni chiare, ci dedichiamo a educare e guidare verso scelte di vita quotidiana consapevoli, promuovendo un benessere semplice e duraturo.