Si può prevenire l’influenza? Consigli utili e rimedi
Stanno per arrivare. Stiamo parlando dei virus influenzali. Per i più previdenti siamo quasi al termine del periodo per la vaccinazione (non dimenticate che ci vuole qualche giorno perché il corpo “risponda” allo stimolo del vaccino). Ma tutti dobbiamo prestare attenzione per cercare di evitare il contagio o quanto meno di ridurre l’intensità e la durata dei sintomi dell’infezione più classica dell’inverno. Senza dimenticare che non tutto ciò che ci provoca debolezza, naso chiuso, starnuti, mal di gola e simili deve essere legato ai virus influenzali. Nell’ambiente circolano numerosi virus che possono attaccare le vie respiratorie e, a volte, anche l’apparato digerente – i classici responsabili di quella che erroneamente chiamiamo “influenza intestinale” – provocando disturbi molto simili a quelli dei virus principi della stagione, quelli influenzali “veri e propri”. Difendersi, insomma, è fondamentale. E come capita spesso quando si affronta un nemico, la prima regola è cercare di conoscerlo bene.
Influenza: come si trasmette e quali sono i sintomi
I virus influenzali cambiano, anno dopo anno. Magari solo di poco, ma si modificano. Per questo c’è chi ha definito il virus dell’influenza “maestro di metamorfosi”. E mai definizione fu più azzeccata, visto che, a ogni stagione, il virus si presenta con caratteristiche poco – o molto – diverse da quelle dell’anno prima. Il fenomeno è legato alla necessità del virus di “aggiornarsi”. Attenzione però: occorre essere precisi quando si parla di influenza perché sotto questo termine tendiamo a comprendere, infatti, una miriade di forme infettive dovute a diversi virus che possono causare sintomi simili a quelli dell’influenza ma di influenza non si tratta. E allora, come orientarsi?
Ricordiamo che si può parlare di “vera influenza” solo se ci sono tre condizioni presenti contemporaneamente:
- Febbre elevata, con temperatura che sale a oltre 38 gradi, a insorgenza brusca;
- Sintomi generali come dolori muscolari/articolari;
- Sintomi respiratori come tosse, naso che cola, congestione/secrezione nasale o mal di gola.
In tutti gli altri casi, si parla di infezioni respiratorie acute o sindromi parainfluenzali, come ad esempio il raffreddore, che si caratterizza per naso chiuso, che cola e per gli starnuti che la fanno da padroni. E sono davvero molteplici i virus che possono entrare in gioco in queste situazioni, dai rinovirus responsabili del classico raffreddore, che si scatenano soprattutto nei mesi autunnali, quando gli sbalzi di temperatura sono più frequenti, fino agli adenovirus, che riescono ad annidarsi nelle vie respiratorie e possono portare anche a bronchiti, a cui si aggiungono tanti virus parainfluenzali, solo di nome simili a quelli che causano la “vera influenza”.
Dunque, prevenire l’influenza è possibile?
La vaccinazione rappresenta la fondamentale misura preventiva, in particolare per i soggetti a rischio e gli over-65 che non dovrebbero rinunciare a questa forma di profilassi. Per il resto, qualche semplice regola igienica e un pizzico di attenzione possono aiutarci a ridurre – ma non ad azzerare – il rischio di infezione virale, anche perché il virus dell’influenza si trasmette piuttosto facilmente da un individuo all’altro. Quando un soggetto influenzato respira, tossisce o parla, emette goccioline di saliva che contengono il virus e che possono essere inalate da altre persone. Il virus entra così nel nostro organismo diffondendosi alla gola e al resto delle vie respiratorie. Basti pensare che uno solo starnuto può contenere circa 40.000 micro goccioline che possono viaggiare a oltre 300 chilometri all’ora. Poco più lente sono le 3.000 goccioline che scaturiscono da un colpo di tosse, che si muovono a circa 75 chilometri l’ora.
Quali sono le regole per prevenire le forme influenzali? Innanzitutto, come per altro abbiamo ben imparato durante la pandemia, è bene seguire delle semplici regole quotidiane per proteggersi e proteggere gli altri, soprattutto anziani e fragili, dal contagio, come lavarsi bene le mani, mettere le mani davanti alla bocca e al naso quando si tossisce o si starnutisce e rimanere a riposo quando si è ammalati per evitare di contagiare gli altri. Conviene poi, nei luoghi più affollati e umidi come i mezzi pubblici, le palestre o i cinema, cercare di fare attenzione e proteggersi, attraverso, quando possibile, un maggiore distanziamento sociale o l’uso di una sciarpa, anche leggera, o fare uso della classica mascherina, per proteggere naso e bocca. Anche l’alimentazione ha un ruolo nella prevenzione dell’influenza. Ricordate di assumere frutta e verdura, ricche in vitamine C, che certo non fa male per chi punta a proteggersi dalle infezioni virali. Importante infine è ricordare che la temperatura ambientale può giocare un ruolo e per questo conviene vestirsi a cipolla, evitando infreddature.
Il freddo può fare venire influenza e raffreddore?
Esiste un’azione specifica della temperatura sulla diffusione dei virus e il freddo, specie se repentino, facilita il raffreddamento sia in modo indiretto che diretto. Indiretto poiché, con le basse temperature, passiamo molto più tempo in luoghi chiusi con minore ricambio d’aria (banalmente, anche in casa, tendiamo ad aprire meno le finestre se fa freddo) dove, soprattutto se troppo caldi e umidi, c’è una maggior possibilità di contagio. Diretto poiché gli sbalzi termici sono responsabili del blocco della cosiddetta clearance mucociliare, ossia paralizzano momentaneamente il movimento continuo delle ciglia presenti sulle cellule dell’apparato respiratorio, responsabili sia di filtrare l’inalazione di sostanze e germi che di muovere il muco che si produce nelle parti più profonde del polmone verso l’alto in un continuo ricircolo. Questo blocco temporaneo riduce la barriera protettiva e facilita la penetrazione dei virus.
Il ruolo del vaccino antinfluenzale
La continua evoluzione dei virus umani A e B rende necessario l’aggiornamento annuale dei vaccini stagionali. Per quanto riguarda l’influenza, i vaccini annuali sono già stati formulati e sono disponibili. Contengono la composizione specifica per la stagione in corso, che prevede anche la variante H1N1. Le statistiche dicono che il 65% delle ospedalizzazioni legate all’influenza e l’85% dei decessi correlati all’infezione interessano soggetti che hanno superato il 65 anni. Come se non bastasse, ogni anno le ospedalizzazioni per cause cardiovascolari ed eventi respiratori riconducibili all’influenza sono più di 300.000. Per questo, non si può parlare di una patologia “banale”. Se la prevenzione è fondamentale per tutti, visto che consente anche di limitare la circolazione del virus, occorre prestare particolare attenzione ai soggetti a rischio. Nella terza età si rischia di avere risposte meno efficaci allo stimolo vaccinale per un fenomeno chiamato immuno-senescenza. Come il cuore, il cervello, i reni, così col tempo invecchia anche il sistema immunitario, che ha il compito di individuare virus e batteri prima possibile e difendere il corpo dalle infezioni. Si tratta di un processo che vede in gioco diversi meccanismi: la ridotta capacità di rigenerazione delle cellule immunitarie, la loro diversa capacità di differenziazione, la perdita progressiva della memoria immunologica in caso di successivo contatto con l’agente patogeno e l’accumulo di errori a livello cellulare. “Il “combinato disposto” di questi fattori comporta che più l’età avanza, più si è a rischio di contrarre alcune malattie infettive ed è dunque fondamentale vaccinarsi.
Come si curano e si leniscono i disturbi dell’influenza
I farmaci di automedicazione sono il pilastro principale del trattamento delle sindromi influenzali e parainfluenzali. Ciò che conta è che l’utilizzo dei medicinali di automedicazione sia responsabile: questo significa che l’uso di questi strumenti terapeutici va fatto con intelligenza. In caso di infezioni virali, farmaci da banco hanno, infatti, il compito di attenuare i sintomi, dando sollievo a chi è malato, senza però azzerarli: per questo occorre seguire sempre l’andamento della malattia e consultare il medico se le cose non migliorano dopo 4 – 5 giorni.
Tra i farmaci più utilizzati sono disponibili, ad esempio, gli anti congestionanti contro gocciolamento nasale, starnuti, naso chiuso e congiuntivite; gli antisettici e antinfiammatori contro il mal di gola; gli antitussivi (i sedativi, fluidificanti e mucolitici, a seconda del tipo di tosse, secca o grassa) contro la tosse, gli antinfiammatori e antipiretici contro dolori e febbre.
Da evitare, invece, l’assunzione di antibiotici che vanno sempre prescritti dal medico che può sospettare se all’attacco dei virus, contro i quali non esistono farmaci specifici ma solo sintomatici per ridurre i disturbi, si è aggiunta un’infezione legata a batteri, che invece sono sensibili agli antibiotici.
I rimedi della nonna contro i sintomi influenzali
Per il resto, quando i virus ci attaccano è sempre utile tenere presente i vecchi sani rimedi della nonna. In primo luogo, non bisogna fare gli eroi ma prendersi qualche giorno di riposo: ogni infezione virale riduce la capacità di risposta del sistema immunitario e, quindi, si è più a rischio di contrarre sovra infezioni. L’attività fisica, ad esempio, riduce, nell’immediato, la risposta immunitaria e ci espone a sbalzi di temperatura che possono facilitare la comparsa di sovra infezioni. Sul fronte alimentare, quando si ha l’influenza spesso si è inappetenti: nessuno problema se si mangia meno. Resta però importante fare più pasti piccoli e leggeri, privilegiando magari il classico “brodino” di pollo che può avere un’azione positiva sulle difese. Attenzione, invece, a bere a sufficienza, sfruttando anche la vitamina C presente in spremute di agrumi, per recuperare liquidi e sali minerali ed evitare il rischio di disidratazione. Per il resto, sfruttate il malessere per farvi coccolare. Le coccole fanno bene poiché aumentano le endorfine (sostanze chimiche prodotte dal cervello e dotate di una potente attività analgesica ed eccitante) che riducono la sintomatologia e permettono il rilascio di citochine pro-infiammatorie, che favoriscono la risposta immunitaria.
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