Mani sempre fredde e dita che cambiano colore, cosa significa?
Il freddo, si sa, è nemico della pelle. E per quanto tentiamo di reagire alle temperature basse, coprendoci adeguatamente, ci sono parti del corpo che rimangono comunque più esposte al calo termico. È il caso del naso e, ovviamente delle mani e dei piedi. Sottoposte a un clima rigido, le mani, soprattutto, non rischiano solamente di vedere la pelle screpolarsi ma possono andare incontro anche a piccole lesioni, oltre a subire, dal punto di vista vascolare, le conseguenze del freddo intenso che si manifesta attraverso un cambio di colorazione dell’epidermide tipica del cosiddetto fenomeno di Raynaud.
Nella maggior parte dei casi il fenomeno è temporaneo. Sebbene sia il freddo a scatenarlo, in genere esso si lega a problemi della circolazione che vanno indagati, se non a vere e proprie patologie sottostanti come la sclerodermia. Cerchiamo allora di capire perché alcune persone più di altre patiscono il freddo e perché siano proprio le estremità a farne le spese.
Perché ho sempre le mani fredde? Le possibili cause
Quando il clima è davvero rigido, avere le mani fredde è naturale. Non è, invece, naturale trovarsi con le estremità ghiacciate in determinate circostanze, e in questi casi è sempre meglio parlare della situazione con il medico.
Ad esempio, non è fisiologico che le mani (e i piedi) appaiono fredde pur se il clima in casa è tiepido, o comunque di molto superiore alle zero. Oppure bisogna prendere provvedimenti se la pelle sembra perdere la sua sottigliezza e diventare meno elastica, così come è meglio fare il punto con il medico se il freddo si accompagna al dolore. Inoltre, a volte le mani fredde sono un segno di alterazioni della funzione della tiroide che fanno soffrire particolarmente il clima rigido.
Infine, è sempre meglio vedere il medico se le mani, sottoposte al freddo, tendono a cambiare colore attraverso il fenomeno di Raynaud. Esso si lega a una reazione al freddo della circolazione del sangue nei vasi capillari. La reazione risiede nel fatto che le dita “cambiano” colore in risposta al freddo intenso. Le dita prima diventano bianche, come se la circolazione si arrestasse, poi riprendono colore, assumendo una tinta bluastra e, infine, diventano rosse e arrivano anche a gonfiarsi.
Il fenomeno di Raynaud: quando le dita cambiano colore
In chi soffre di questa situazione, soprattutto giovani e donne, può bastare anche il passaggio dal clima caldo a quello freddo per scatenare la reazione, legata alla riduzione repentina dell’apporto di sangue alle estremità dell’organismo. Succede, infatti, che i vasi che irrorano le estremità di mani e piedi si contraggono provocando una riduzione del flusso sanguigno (da qui il pallore), che tende poi a ristagnare localmente causando una perdita di ossigeno (da qui la cianosi). Quando la circolazione viene ripristinata, vi è un rapido ritorno di sangue nelle zone precedentemente colpite con rossore cutaneo e calore, talvolta così repentino da generare gonfiore ed essere percepito in maniera dolorosa.
In generale, sulle dita interessate dal fenomeno si verifica una vera e propria “barriera” cromatica, con la parte di colorito normale che appare ben demarcata da quella che invece ha subito il processo. Si tratta di una condizione che va, come detto, sempre valutata dal medico. In ogni caso, ricordate che per fare diagnosi sulla condizione che comporta le “dita blu” esiste un esame semplice e indolore. È la capillaroscopia. Una microtelecamera viene appoggiata sulle unghie per mettere in evidenza la circolazione dei capillari. In questo modo, l’esame strumentale permette di svelare se ci sono segni iniziali di malattie reumatiche molto serie, come la sclerodermia o il lupus eritematoso, oppure di capire il motivo alla base del fenomeno di Raynaud. La capillaroscopia appare, quindi, di estrema utilità, per la diagnosi precoce di malattie reumatiche e per comprendere anche l’origine dei disturbi della circolazione come quelli legati al freddo.
Rimedi, prevenzione e consigli per la cura delle mani
Più in generale, anche quando non si tratta di un quadro patologico vero e proprio, proteggersi dal freddo è importante anche per permettere un corretto funzionamento della circolazione sanguinea. Se fa freddo, quindi, proteggetevi. È facile. E non bisogna aspettare di sentire la pelle tirare, di vedere la mano arrossata o bianca, di accorgersi che compaiono screpolature. La prima misura protettiva per una pelle sana è la giusta idratazione: bisogna proteggere l’epidermide, per evitare che diventi ruvida e rischi di spaccarsi con la conseguente comparsa di piccole lesioni.
Non abbiate paura di indossare dei guanti e di proteggere le dita, quindi, se siete particolarmente sensibili ai cali termici. Soprattutto, massaggiate spesso le mani, magari impiegando creme e pomate che rendano più robusto lo strato protettivo della pelle, come quelle con oli vegetali. E tenete presente che per favorire la circolazione e migliorare il benessere cutaneo in caso di piccole ferite esistono farmaci di automedicazione che, ovviamente in modo occasionale, possono aiutarci a lenire i fastidi.
Ultima raccomandazione: anche le unghie fanno parte delle dita. Ed è importante massaggiarle regolarmente, sempre impiegando oli grassi come il classico olio d’oliva. Sempre ricordando che, quando le lesioni si mantengono nel tempo e comunque compaiono le classiche variazioni cromatiche dell’epidermide delle dita occorre sempre il parere del medico.
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