Lo sbadiglio? Può servire a rinfrescarsi!
Siamo nel campo delle teorie, ma l’ipotesi è affascinante. Gli sbadigli, in questo senso, sarebbero una sorta di risposta alla calura. A dirlo è una ricerca condotta all’Università di Vienna, dagli scienziati guidati da Jorg Massen, apparsa su Physiology & Behavior.
Secondo gli studiosi, sbadigliando non si fa altro che “refrigerare” il cervello attraverso l’immissione di ossigeno che avviene proprio attraverso questa respirazione forzata.
Ovviamente, la temperatura ambientale sarebbe una sorta di “misuratore” per il rischio di sbadigli irrefrenabili: in estate, soprattutto dalle nostre parti, si genera un clima ideale per sbadigliare. Pare però che questo meccanismo di “aereazione” venga innescato quando la temperatura esterna è alta ma più bassa di quella del corpo umano.
Viceversa, quando la temperatura esterna raggiunge o supera quella del corpo, il numero di sbadigli di riduce. Nello specifico, la necessità di “raffreddare” il cervello, in una sorta di progressivo adattamento al caldo pare che sia più elevata quando le temperature si avvicinano ai 30 gradi.
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