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Menopausa: quali sono i primi sintomi? 

Menopausa: quali sono i primi sintomi?

La menopausa è uno dei “passaggi” del tutto naturali della biologia femminile, scanditi dalle variazioni ormonali che si susseguono durante l’attività riproduttiva. Queste variazioni prendono il via con il menarca, la prima mestruazione, seguito poi dal periodo fertile che finisce con la menopausa, che coincide infatti con il termine della capacità riproduttiva. Tecnicamente, l’inizio della menopausa vera e propria viene identificato con l’ultima mestruazione della donna. Stiamo parlando della menopausa naturale. Se ci sono situazioni (ad esempio interventi chirurgici o trattamenti di altro tipo) che possono influire sull’età menopausale, determinando la cosiddetta menopausa precoce, la situazione cambia.

Per la donna, l’importante è conoscere il proprio corpo e le sue reazioni. Il consiglio è quello di iniziare un percorso che prende il via prima dell’ultima mestruazione e si porta avanti per tutto il periodo più o meno lungo che precede la fine del ciclo mestruale e che, insieme al ginecologo di fiducia, la donna può riconoscere, per arrivare serenamente a una nuova fase della vita.

Come capire se si sta andando in menopausa

In termini generali il periodo che precede la menopausa, ovvero la premenopausa (o perimenopausa) è caratterizzato sotto l’aspetto ormonale da una condizione di iperestrogenismo principalmente dovuta alla progressiva riduzione dei progestinici circolanti rispetto agli estrogeni.  Come conseguenza, la quantità delle cellule uovo comincia a ridursi e a scarseggiare: è per questo motivo che il ciclo mestruale diventa irregolare, con emorragie anticipate o posticipate, eccessivamente lunghe e distanziate oppure ravvicinate e abbondanti. A volte si presentano anche periodi piuttosto lunghi di amenorrea, ossia assenza del flusso mestruale.

La fase premenopausale può avere una durata variabile, anche di qualche anno, poiché l’organismo della donna si adatta gradatamente alla sua nuova condizione. Questo “percorso di adattamento” comporta disturbi sia fisiologici che psicologici. Dal punto di vista fisiologico, l’iperestrogenismo può alterare il ritmo e l’intensità del ciclo mestruale e può inoltre aggravare o determinare l’insorgere della sindrome premestruale, caratterizzata da tensione mammaria, tensione addominale con meteorismo associata a senso di pesantezza, possibile aumento di appetito e della ritenzione idrica tipica della fase precedente il ciclo mestruale. La donna che va incontro alla menopausa può quindi avvertire una certa irritabilità, sonnolenza, affaticamento, tendenza alla depressione, svogliatezza. A questi sintomi si associano, spesso, col tempo, anche calo del desiderio e secchezza vaginale.

Esiste un’età giusta per andare in menopausa?

Mediamente l’età della menopausa naturale si aggira intorno ai 50 anni. Ma caso per caso possono esserci differenze, legate, ad esempio, a un menarca, cioè ad una prima mestruazione, molto precoce. La grande differenza, che va sempre valutata dal ginecologo, si ha in caso di menopausa precoce, con un anticipo significativo rispetto all’epoca attesa per l’ultima mestruazione. In ogni caso, senza fissarci sulle date, la menopausa viene identificata con l’ultima mestruazione della donna e rappresenta lo spartiacque tra la pre menopausa (o perimenopausa) e la postmenopausa (che inizia circa un anno dopo l’ultima mestruazione). 

Perimenopausa, premenopausa e postmenopausa

Cominciamo con il tracciare confini temporali generali per identificare queste fasi della vita femminile. I primi sintomi dell’approssimarsi della menopausa si manifestano spesso anni prima dell’ultima mestruazione. Questa fase di transizione viene definita peri-menopausa. Può durare sei o più anni e termina un anno dopo l’ultima mestruazione.  Perimenopausa e premenopausa sono spesso usate come sinonimi.

La fase che precede l’ultima mestruazione, che dura, in genere, tra i 3 e 5 anni è caratterizzata dalla progressiva riduzione della capacità dell’ovaio di produrre gli ormoni femminili, primi tra tutti gli estrogeni: la donna cessa progressivamente di essere fertile e inizia, come già visto, ad avere alterazioni del ritmo mestruale e il manifestarsi della sintomatologia tipica di questo periodo della vita.

La postmenopausa inizia dopo un anno dall’ultima mestruazione ed è caratterizzata dalla carenza stabile di ormoni estrogeni e da una precisa sintomatologia, che generalmente inizia a manifestarsi già durante la premenopausa, con vampate di calore, sudorazione, irritabilità, ansia, nervosismo, insonnia, calo del desiderio sessuale, secchezza vaginale, cistiti ricorrenti, dolori alle ossa e alle articolazioni, stanchezza e fatica.

I disturbi associati alla menopausa e cosa fare

Proviamo a farci qualche domanda. Le vampate di calore che risalgono improvvisamente il corpo, non vi danno tregua? Vi sentite spesso stanche e irritabili? L’umore è particolarmente cupo senza apparenti motivi? Riposare normalmente sembra essere diventata un’impresa? I polpacci si gonfiano, magari perché la circolazione delle vene non è ottimale? Ecco, se avete risposto positivamente a queste domande e vi trovate intorno alla classica età di passaggio, e cioè avete superato di un po’ la soglia degli anta, è possibile che stiate vivendo proprio il passaggio verso la fine dell’età fertile.

Le buone abitudini possono aiutare a superare al meglio questo periodo un pochino complesso, sotto il vigile sguardo del ginecologo che, caso per caso, può offrire le soluzioni ottimali, anche considerando l’impatto sulla donna del calo degli estrogeni. Il calo degli estrogeni, comunque, è nemico numero uno della salute femminile. Col tempo può aumentare il rischio cardiovascolare e metabolico e quindi può predisporre la donna, a distanza di diversi anni, al rischio di ictus e infarto. La carenza di estrogeni poi condiziona la perdita di massa ossea, con insorgenza di osteoporosi e conseguenti fratture. Per questo è importante essere seguite. Considerando che tutte le donne in menopausa hanno almeno 30 anni di aspettativa di vita, è necessario attuare una strategia preventiva a lungo termine che si realizza attraverso periodici controlli e visite dal proprio ginecologo.

Rimedi ai disturbi e prevenzione

In chiave preventiva, è basilare l’attenzione allo stile di vita. A tavola conviene puntare su frutta e verdura e limitare i grassi saturi, contenuti soprattutto negli alimenti di origine animale, fare attenzione alle bevande gassate e zuccherate, agli snack, e ai dolciumi, prediligendo alimenti integrali, per regolare meglio la secrezione di insulina e tenere lontano il rischio di diabete, oltre a favorire un migliore controllo del peso. L’aumento del peso è, infatti, abbastanza comune in menopausa a causa delle oscillazioni ormonali di estrogeni e progesterone e, di conseguenza, della diminuita attività della tiroide che porta a un fisiologico rallentamento del metabolismo basale. 

Infine, per il calcio, fondamentale per le ossa, anche il pesce e i legumi possono essere d’aiuto. Oltre, ovviamente, agli alimenti che contengono fitoestrogeni, sostanze che possono aiutare a combattere i disturbi della menopausa. Particolarmente ricchi di fitoestrogeni sono la soia, i legumi, i cereali integrali, i semi di lino e sesamo.

Infine, non bisogna dimenticare che dedicare 30-40 minuti due-tre volte a settimana all’esercizio fisico aiuta a regolarizzare la glicemia e i trigliceridi, abbassa la pressione sanguigna, aumenta il consumo di grasso corporeo e aiuta a tenere sotto controllo il peso. Il tutto, ricordando che i farmaci di automedicazione possono aiutare a controllare gonfiore addominale, leggeri disturbi della circolazione venosa, cefalea e disturbi del sonno che, insieme alle vampate di calore e sbalzi d’umore, sovente accompagnano questo periodo della vita.