Rientrare, che fatica!
Fino a qualche giorno fa pareva tutto bellissimo. In vacanza, al mare, in montagna o in giro per le città d’arte o in visita alle capitali estere ci si sentiva benissimo. Poi, con il ritorno a casa o comunque con la ripresa del tran-tran di ogni giorno, ecco che si presentano i piccoli disturbi tipici di questo periodo. Dormire tranquillamente per una notte intera diventa improvvisamente difficile, il mal di testa si presenta con cadenza quasi quotidiana, mangiare con gusto è un ricordo delle ferie, l’intestino perde i suoi ritmi. Sono questi i piccoli problemi legati a quella che comunemente chiamiamo sindrome da rientro. Sia chiaro: non si tratta di una vera e propria patologia ma di un insieme di fastidi passeggeri legati spesso alle reazioni emotive legate alla fine delle vacanze e al riadattamento dell’organismo alla routine. Per difendersi, un aiuto può venire dai farmaci di automedicazione che per qualche giorno aiutano a combattere i disturbi. Ma non preoccupatevi, niente di grave! E poi come dice il proverbio…mal comune, mezzo gaudio! Se soffrite di questi problemi, sappiate infatti che siete in buona compagnia. Al ritorno dalle ferie si scatena una condizione che colpisce moltissime persone, senza fare distinzioni di sesso e può generare una serie di piccoli fastidi di salute più o meno intensi. Tanta e tale è la reazione dei nostri sistemi di controllo al nuovo (vecchio!) stile di vita che qualche fastidio – sonnolenza, difficoltà di concentrazione, irritabilità, mal di testa – è lo scotto da pagare affinché l’organismo “rientri nei ranghi” della quotidianità. Difendersi è possibile, seguendo qualche semplice consiglio ma soprattutto comprendendo come e perché i primi giorni di lavoro, di ritorno sui libri o comunque di ripresa della vita quotidiana possono minacciare la nostra salute.
Dalla testa all’intestino, ecco cosa succede!
Il corpo umano è destinato, sia pure in forma e con gravità diversa, a risentire di più al rientro delle tensioni lavorative e familiari dimenticate per qualche settimana. Pensare solamente al classico cerchio alla testa, costante ma sopportabile. È la cefalea tensiva, con le crisi che cominciano la mattina, e peggiorano durante la giornata. In molti casi la componente psicologica conta molto, così come aiuta a spiegare un altro disturbo tipico di chi è molto teso e scarica sul corpo lo stress emotivo: il bruxismo, ovvero l’abitudine di digrignare i denti durante il sonno. Ancora: la tensione può favorire la comparsa di disturbi dello stomaco, e non è per caso che l’ulcera tende a riacutizzarsi in autunno. Ma è soprattutto l’intestino il “bersaglio” della psiche. Esiste tutta una serie di proteine speciali, chiamate neuropeptidi, che collegano direttamente il cervello con l’apparato digerente. Le più note si chiamano bombesina, gastrina, colecistochinina, motilina e neurotensina. Alcune di queste sostanze avrebbero un’azione specifica sulla muscolatura dell’intestino, e potrebbero essere corresponsabili del mal di pancia, della costante alternanza tra stitichezza e diarrea e del meteorismo che affligge chi è vittima del colon irritabile. Infine, il sistema immunitario può risentire della condizione psicologica dell’individuo aprendo la strada a infezioni virali.
Come difendersi
- Attenzione alla dieta. La prima misura da prendere, se avete alterato i vostri ritmi, è quella di ricuperare la regolarità dei pasti. È fondamentale fare una buona colazione, non ritornare ai modelli da fast-food per il pranzo ed avere cene sufficientemente leggere. Occhio ai condimenti eccessivi che “affaticano” l’apparato digerente e lo stomaco, accentuando i sintomi gastrointestinali. Importante è non esagerare con gli zuccheri semplici contenuti soprattutto in caramelle, dolciumi e bibite, e con i caffè. La caffeina o altre sostanze energetiche possono senz’altro essere utilizzate in caso di necessità e con moderazione, in quanto permettono di stimolare il sistema nervoso centrale, consentendo quindi di rimanere concentrati e vigili più a lungo. Ma senza esagerare.
- Riposate il giusto. L’insonnia, dettata dal necessario recupero dei tempi dettati da lavoro e scuola, è una costante dei primi giorni dopo il rientro. Per chi si è abituato alle notti “brave” in estate è fondamentale ridare all’organismo i ritmi cui è stato abituato per un lungo periodo. Ed allora, anche se fate fatica ad alzarvi, mettete la sveglia ogni mattina alla stessa ora, per riadattare i ritmi del sonno fino alla normalità. Sempre per conciliare il sonno, niente di più sbagliato che impuntarsi ad andare sotto le lenzuola troppo presto. Non bisogna “imporsi” di dormire se il corpo non vuole saperne. Meglio una passeggiata all’aperto, per rilassarsi e aiutare il corpo ad acclimatarsi dopo che si è stati abituati a riposare.
- Movimento su misura. È il momento di “scaricare” la tensione attraverso la giusta attività fisica, che permette anche di produrre endorfine, capaci di combattere la tensione. Se potete, quindi, iscrivetevi in palestra o in piscina. L’obiettivo deve essere duplice: migliorare il “fiato”, cioè svolgendo attività prevalentemente aerobiche, potenziare i muscoli aumentando la presenza di tessuto muscolare in sostituzione di quello adiposo. Ci si sente meglio e più informa. Il movimento in acqua, soprattutto se si modificano gli stili nel corso di una seduta, consente di far sviluppare in maniera armonica i diversi fasci muscolari. Infine, se amate l’aria aperta è il momento di iniziare lo jogging o di fare qualche gita in bicicletta. Pedalando si fa un’attività aerobica che comporta un impegno costante e fa lavorare cuore e polmoni.
- Un aiuto dai farmaci. I medicinali di automedicazione possono essere di grande aiuto per far fronte ai sintomi classici della “sindrome da rientro”. Ricordate solo che per l’intestino che diventa pigro esistono medicinali che aiutano a combattere la stitichezza occasionale, che per contrastare l’insonnia ci sono composti che aiutano a cadere tra le braccia di Morfeo e riposare saporitamente, che il mal di testa occasionale può essere vinto con principi attivi come gli antinfiammatori non steroidei. I farmaci di questo tipo sono estremamente sicuri e possono essere assunti per qualche giorno. Ovviamente, se il disturbo non passa diventa necessario il ricorso al medico.
Un ultimo consiglio: non pretendete di riprendere da subito i ritmi frenetici della quotidianità, ma prendetevi in vostro tempo per riabituarvi e approfittate ancora dei week-end per provare a programmare delle brevi “fughe”.
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