Rimedi per il vomito: come fermare la nausea?
Quella del vomito, pur non essendo dolorosa, è senza dubbio una delle sensazioni più sgradevoli di cui ognuno di noi ha fatto esperienza almeno una volta nella vita. Più o meno lentamente, la saliva risale verso l’alto, la nausea comincia a farsi incontrollabile e, quasi di colpo, iniziano i conati di vomito. A volte il vomito nasce come reazione alla ripienezza del viscere che, per esempio in caso di libagioni eccessive, non è in grado di contenere gli alimenti e ha esigenza di liberarsi. Nella maggior parte dei casi però il vomito e lo stato di malessere che lo accompagna, deriva da un’infezione virale che attanaglia stomaco e intestino, e solitamente si associa a mal di pancia e diarrea. Altre volte, il vomito (e la diarrea) derivano da una tossinfezione e, quindi, dall’assunzione di alimenti non propriamente consigliabili in termini di sicurezza. Ma come si origina il vomito e come gestirlo?
La differenza tra vomito e rigurgito
Il vomito nasce nello stomaco e non si deve confondere con il rigurgito. Il rigurgito è il ritorno spontaneo del cibo dall’esofago o dallo stomaco verso l’alto in gola, in assenza di nausea o vomito, che insorge tipicamente dopo pasti abbondanti o in posizione supina o curva in avanti. Chi ne soffre avverte un liquido aspro e bruciante in gola che può contenere particelle alimentari. Chinarsi in avanti, sdraiarsi, o fare movimenti che aumentano la pressione intraddominale possono provocare il rigurgito. L’esofago, a differenza dello stomaco, non è progettato per sopportare il contatto con sostanze fortemente acide. Per questo, quando il contenuto gastrico altamente acido risale verso l’alto, la mucosa che riveste l’esofago si infiamma. In generale, il rigurgito occasionale è un fenomeno fisiologico, frequente dopo i pasti, specie se abbondanti (che quindi richiedono un surplus di acido cloridrico per il processo digestivo) ed è spesso di rapida scomparsa o asintomatico. Nei lattanti è solitamente associato a rigurgito visibile dell’alimento assunto.
Il vomito, invece riversa all’esterno il contenuto dello stomaco, anche in grandi quantità, secondo un impulso non controllabile.
Le cause di nausea e vomito
Nausea e vomito spesso vanno insieme. Se la prima è una sensazione sgradevole caratterizzata da un generale senso di fastidio e dal desiderio di emettere all’esterno il contenuto dello stomaco, il vomito è invece il vero e proprio svuotamento incontrollato del contenuto gastrico attraverso la bocca. Mentre la nausea può avere diverse cause oltre al “semplice” eccesso nell’assunzione di alimenti (basti pensare al mal di mare o d’auto, ovvero ai fenomeni legati alla cinetosi) ed essere stimolata anche da sensazioni emotive poco gradevoli (ad esempio uno spettacolo particolarmente truce), il vomito è quasi sempre collegato con un eccesso alimentare o a una infezione gastroenterica. Quando si mangia troppo, si esagera con i cibi troppo grassi oppure si è alzato il gomito vomitare diventa quasi una necessità per lo stomaco che è sottoposto ad un lavoro eccessivo. In questi casi, i muscoli gastrici si contraggono immettendo nell’esofago il contenuto dello stomaco e spingendolo violentemente fuori dalla bocca. A volte, anche se più raramente, anche sostanze che hanno già passato il piloro possono durante i conati di vomito, essere spinte verso la bocca.
I farmaci contro nausea e vomito
Nella maggior parte dei casi nausea e vomito si risolvono senza bisogna di trattamento e i quadri non lasciano alcun esito dopo qualche giorno. L’importante è capire come mai sono comparsi e come evitare che si manifestino nuovamente. In questo senso possono essere d’aiuto anche i farmaci di automedicazione. In particolare, i procinetici, favoriscono il naturale movimento di svuotamento dello stomaco e quindi consentono di “liberare” il viscere dai cibi contenuti all’interno. Nei casi di cinetosi o nelle forme di infezione virale possono aver significato sia i farmaci antiemetici, che hanno la funzione di controllare il vomito, sia i medicinali miorilassanti della muscolatura intestinale (i cosiddetti farmaci colinergici), quando presente mal di pancia. A questi ultimi possono associarsi anche gli antidiarroici, in caso di diarrea presente insieme al vomito. Infine gli antiacidi possono essere d’aiuto quando insieme a nausea e vomito si associa una fastidiosa sensazione di bruciore a livello dello stomaco. Occorre sempre ricordare che i procinetici non vanno impiegati in caso di epilessia, emorragie, blocco o perforazione intestinali, tumori dell’ipofisi e del surrene, oltre a non essere associati a farmaci attivi sul sistema nervoso. Gli anticolinergici andrebbero impiegati con cautela negli anziani, specie se con patologie del sistema nervoso, dell’apparato cardiovascolare, di fegato e reni, della tiroide, in chi soffre di stitichezza o ritenzione urinaria o in chi ha il glaucoma. Infine, ricordate che i medicinali antiacidi possono modificare l’assorbimento di altri farmaci se assunti in tempi ravvicinati.
Consigli dopo aver vomitato
Il vomito occasionale in genere non è mai pericoloso. Bisogna però fare attenzione nei bambini e negli anziani: in questi casi un vomito protratto per qualche giorno può determinare la perdita di grandi quantità di liquidi. Per il resto, non bisogna esagerare con cibi grassi e difficilmente digeribili e soprattutto non bisogna riprendere a mangiare normalmente poche ore dopo aver vomitato. Lo stomaco ha bisogno di tempo per riprendersi. Infine, se insieme al vomito e alla nausea si associano malessere generale e qualche linea di febbre, mettetevi a riposo. Forse avete fatto indigestione, oppure è in corso un’infezione virale. Infine, non dimenticate che anche l’aria viziata, specie se si soffre di cinetosi, può dare il via al vomito.
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