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Con la pandemia diminuiscono le visite e aumentano i piccoli disturbi

Tempo di lettura: 3 minuti

9 donne su 10 hanno sofferto di almeno un piccolo disturbo di salute negli ultimi mesi

Con il lockdown aumentano i disturbi legati allo stress, il gonfiore delle gambe e il mal di testa.1 donna su 3 ha rimandato almeno una visita

La pandemia da Covid-19 ha trasformato abitudini e stili di vita delle donne di tutte le età, con conseguenze sulla loro salute. Ad affermarlo una ricerca condotta in collaborazione con Human Highway secondo la quale, in quest’anno caratterizzato dalla pandemia e dal lockdown, 9 donne su 10 hanno dichiarato di aver sofferto di almeno un piccolo disturbo di salute.

Proprio a causa delle restrizioni e delle preoccupazioni conseguenti, della ridotta attività fisica e della forzata permanenza in casa, sono aumentati alcuni disturbi: il 57% delle donne ha sofferto più del solito di disturbi legati allo stress (come insonnia e tensioni muscolari), il 42% ha avvertito un aumento del gonfiore delle gambe e il 35% del mal di testa.
Proprio il mal di testa (65,4%) rappresenta il disturbo più diffuso seguito da tensioni muscolari e insonnia (57,9%), e dai problemi gastrointestinali (43%).

Inoltre, 1 donna su 3 dichiara che il lockdown ha avuto effetti anche sulla propria intimità. Il dato è particolarmente rilevante tra le giovani donne che nel 40% dei casi hanno osservato un cambiamento sulla sfera del desiderio o hanno modificato le proprie scelte in tema di gravidanza e contraccezione prestando, inoltre, minore attenzione alla salute dell’area ginecologica.
La riduzione, a causa delle restrizioni dovute al Covid-19, delle normali attività, come una semplice passeggiata per ridurre il livello di stress quotidiano, ha avuto e ha tuttora un forte impatto sulla salute psicofisica femminile. In tal senso, si sottolinea quanto il ciclo e la fertilità siano condizionati anche da fattori esogeni legati alla quotidianità e che hanno un impatto sulla salute delle donne quali, ad esempio, stress, abitudini alimentari, peso e attività fisica. Per questo, risulta fondamentale avere consapevolezza del proprio corpo: la salute femminile può essere meglio garantita e mantenuta attraverso un percorso che inizia dall’adolescenza con l’educazione che viene trasmessa sia dal ginecologo sia dalla famiglia.

Il lockdown non solo ha avuto un impatto diretto sulla salute quotidiana delle donne, ma il 54% delle italiane ha rimandato almeno una visita o un controllo di salute: il 30,8% ha posticipato un solo controllo mentre il restante 26,2% ne ha rimandato più di uno. Dai dati emerge che sono le donne tra i 35 e i 54 anni ad aver trascurato maggiormente la propria salute nel periodo di pandemia, con un incremento di 7 punti percentuali sulla media totale. L’attuale pandemia ha visto quindi peggiore la qualità della salute femminile in tutti gli ambiti, a causa di visite di screening e controllo disattese o rimandate, per difficoltà di accesso ai servizi ma anche per paura del contagio, anche in situazioni in cui sarebbero state strettamente necessarie, come in gravidanza con varie implicazioni per la salute delle donne.

Se da un lato screening di prevenzione e controlli non andrebbero tralasciati, una corretta educazione all’attenzione verso la propria salute passa anche attraverso la gestione della cosiddetta ginecologia delle piccole cose per affrontare in autonomia, piccoli disturbi intimi come vaginiti, candidosi infiammazioni grazie all’uso consapevole dei farmaci da banco. Il ricorso ai farmaci di automedicazione – riconoscibili grazie al bollino rosso che sorride sulla confezione – rimane infatti il primo rimedio per il 52,9% delle donne (+2,8 punti percentuali rispetto al 2008). Si conferma come i professionisti della salute – il proprio medico curante (34,4%) ma anche il farmacista (29%) – rappresentino per l’universo femminile interlocutori importanti per chiedere informazioni e consigli per la gestione di piccoli disturbi di salute, rispetto al web (16,4% verso il 18,9% del 2018) e ai consigli di parenti e amici, a cui si rivolge una quota minoritaria e in diminuzione di donne (7% contro il 13,2% del 2018).

I farmaci da banco, come gli antinfiammatori non steroidei (FANS), possono essere utilizzati per contrastare i piccoli disturbi più frequenti come mal di testa e i disturbi mestruali/premestruali. Per i fastidi dell’apparato gastrointestinali utili alleati sono i farmaci antiacidi, i procinetici o gli antispastici, a seconda del disturbo. Per contrastare i disturbi da stress, come insonnia e tensione muscolare, si può ricorrere a sedativi leggeri, antinfiammatori e miorilassanti muscolari. Infine, per i disturbi intimi, come vaginite e candidosi, è possibile utilizzare antimicotici, antisettici e antipruriginosi, mentre il problema delle gambe gonfie può essere alleviato con farmaci protettori dei capillari, che aiutano a migliorare la circolazione.