Sanguinamento delle gengive, come mai? Cause e rimedi
Chi non ha mai avuto nella vita un episodio di sanguinamento gengivale? A volte succede dopo che ci si è lavati i denti: è il passaggio dello spazzolino a provocare il disturbo. In altri casi il quadro si manifesta frequentemente, senza necessità di stimoli meccanici e questo indica che il sanguinamento è figlio di una parodontite, ovvero dell’infiammazione del parodonto, il tessuto che appunto circonda il dente e di cui le gengive fanno parte. In questi casi può essere presente anche un vero e proprio dolore e soprattutto ci può essere il classico gonfiore delle gengive, che sono sede di un processo infiammatorio. L’igiene orale, i controlli regolari dell’odontoiatra, l’impiego di farmaci di automedicazione ad azione antisettica e antinfiammatoria per favorire la risoluzione del quadro sono fondamentali. Così come molto importante è assumere buone abitudini che ci aiutano a proteggere le gengive e il parodonto.
Perché le gengive sanguinano? Le possibili cause
A parte eventuali traumi locali occasionali (attenzione alla scelta delle spatole dillo spazzolino, informatevi bene dall’igienista dentale e dallo specialista), in genere il sanguinamento gengivale dipende da una gengivite e, quindi, la causa è dell’infiammazione superficiale delle gengive che spesso si risolve da sola anche grazie a farmaci di automedicazioni disponibili come collutori. Altre volte la causa è una parodontite. In questo caso si parla di un’infiammazione profonda delle gengive provocata dai batteri presenti nella placca dentale non adeguatamente rimossa con una corretta igiene orale. L’incidenza aumenta progressivamente dopo i trent’anni e purtroppo si tratta di un nemico sottovalutato dalla maggioranza della popolazione: troppi credono che avere gengive sanguinanti o che si ritirano sia normale o che non ci si possa fare granché. In alcuni casi il problema è superficiale, dovuto a metodi non ottimali per lavarsi i denti. Il quadro va affrontato per tempo e il sanguinamento gengivale deve essere inteso come uno specifico segnale d’allarme che, se si mantiene nel tempo, non va sottovalutato. Non bisogna rischiare che la parodontite diventi grave. Questo può accadere se i batteri presenti nella placca sono riusciti a entrare sotto le gengive distruggendo l’ancoraggio che mantiene il dente saldamente attaccato all’osso. Quindi occorre agire, anche se la maggioranza delle persone si allarma tardi, solo quando sente i denti muoversi e spostarsi.
I sintomi associati al sanguinamento gengivale
Alitosi, sensazione di caldo e di freddo lungo i denti quando si consumano alimenti che possono indurre uno stimolo termico, dolore, gonfiore gengivale. In genere, sono questi i sintomi e i segni che si associano al sanguinamento. Il tutto perché in genere l’accumulo della placca batterica sulle superfici dei denti, se trascurata, può generare una reazione infiammatoria che si manifesta inizialmente sulle gengive adiacenti. I microrganismi che compongono la placca dimorano, comunemente innocui, nella bocca. Ma se non stiamo attenti la situazione cambia, dando appunto luogo ai tanti disturbi legati alla sofferenza gengivale, di cui il sanguinamento è sicuramente la base di partenza.
La scarsa igiene orale, un’alimentazione ricca di zuccheri, un calo delle difese immunitarie e le malattie sistemiche possono infatti alterare l’ambiente della bocca e rendere i microrganismi della placca nocivi. Ma non basta. La presenza di germi patogeni può essere indotta, inoltre, dall’insorgenza di infezioni (batteriche, virali o fungine).
Altri fattori possono favorire lo sviluppo delle infiammazioni. Pensate ad esempio ai traumi meccanici – causati da apparecchi ortodontici o protesi dentarie inadatte o instabili, alle sostanze irritanti, come il tabacco e le spezie, al consumo di alcol, alle carenze di vitamine o di ferro, alle reazioni allergiche. Infine, carie, intossicazioni, disfunzioni ormonali o metaboliche possono contribuire alla degenerazione del processo infiammatorio. Per questo tutti questi fenomeni vanno monitorati, seguiti e affrontati al meglio.
Cosa fare contro il sanguinamento delle gengive
Il sanguinamento gengivale è un segno. E va riconosciuto e affrontato, senza dormirci sopra. Lo ricordano gli esperti che hanno messo a punto linee guida specifiche contro la parodontite. Ovviamente, dentista e igienista dentale con i controlli regolari sono fondamentali e a loro occorre chiedere come comportarsi nella scelta di collutori e altri possibili strumenti curativi. Purtroppo, si tratta di un nemico, come dicevamo, spesso sottovalutato ma che può essere combattuto con buone abitudini.
Ricordiamo che bisogna lavare i denti almeno tre volte al giorno con paste dentifricie e spazzolini adeguati, che devono essere cambiati almeno ogni 3/4 mesi. Utili sono anche gli spazzolini elettrici rotanti e non bisogna mai dimenticare di usare gli scovolini per detergere gli spazi tra dente e dente e tra gengiva e dente e il filo interdentale per rimuovere ulteriormente i residui di cibo e placca. Basta dimenticare per pochissimo tempo – anche solo per pochi giorni – queste semplici regole per far “invecchiare” precocemente il microbiota del cavo orale, cioè i batteri che “abitano” in modo invisibile nella bocca e che ci aiutano a proteggerci. Se ci si dimentica l’igiene orale si rischia in breve tempo di creare le condizioni per mettere a rischio le gengive. E la gengivite può essere una conseguenza di questa situazione.
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