Dolore alla mandibola: come nasce? Cause e rimedi
Tutti noi digrigniamo i denti occasionalmente. Capita, ad esempio, se siamo molto nervosi. In alcuni casi però succede che alcuni hanno l’abitudine di digrignare i denti contraendo i muscoli mandibolari senza necessità, in modo inconsapevole, anche nel sonno, tanto da sentire la mandibola contratta e dolorante, per esempio al risveglio. Tuttavia, il bruxismo – vale a dire proprio la masticazione senza necessità di nutrirsi – non è l’unica possibile causa che può determinare dolore alla mandibola.
Per capire quanti e quali possano essere le cause che possono determinare infiammazione e problemi a mandibola e mascella, dalla mandibola a scatto fino alle problematiche dell’articolazione temporo-mandibolare, occorre quindi l’esperienza del medico e, in particolare, dello gnatologo.
Occorre anche imparare a riconoscere alcuni segnali e sapere che il dolore mandibolare può essere determinato da tensioni emotive e muscolari e che i farmaci di automedicazione, riducendo dolore e infiammazione possono aiutare a gestire il disturbo.
I “rapporti pericolosi” tra mandibola e mascella e il dolore che ne consegue
A volte il rapporto tra l’arcata dentaria superiore e quella inferiore è all’origine di dolori e fastidi. La relazione tra i denti delle due arcate può essere immaginata come una sorta di ingranaggio: a specifiche sporgenze, ovvero le punte del dente, debbono corrispondere delle rientranze in modo che a bocca chiusa i denti superiori combacino perfettamente con quelli inferiori. Quando ciò avviene denti, ossa, muscoli e articolazioni sono in equilibrio e, di conseguenza, anche i movimenti della bocca sono normali e armonici. Se mancano dei denti o alcuni denti sono consumati irregolarmente, o ancora la mandibola non è in asse con la mascella, magari per la conformazione delle ossa, può capitare che si creino anomalie nelle strutture deputate alla masticazione, ovvero si può andare incontro a problemi dell’articolazione temporo-mandibolare. Questi si manifestano con dolori nella zona della tempia e rumori di scrosci quando si mastica. Questa alterazione, che deve essere corretta, si manifesta soprattutto nei più giovani (l’incidenza si concentra tra i 20 e i 40 anni) e può dar luogo a diverse ripercussioni sull’organismo legate alla cosiddetta sindrome temporo-mandibolare.
Cosa succede se si soffre di sindrome temporo-mandibolare?
La sindrome temporo-mandibolare è caratterizzata, in estrema sintesi, da una limitata e difficoltosa apertura della bocca. La persona che ne soffre di accorge che la mandibola si blocca in una specifica posizione e il semplice sbadigliare o masticare porta a veri e propri “scricchiolii” e dolori. Si parla, a volte, di apertura della mandibola “a scatto”. Il benessere di questa giunzione tra cranio e mandibola è troppo spesso sottovalutato. Ma se si fanno frequenti movimenti anomali, negli anni l’articolazione può andare incontro a dislocazione, con modificazione della normale anatomia dei legamenti, e addirittura artrosi.
I dolori possono non localizzarsi solo alla bocca. Infatti, l’apparato della masticazione rappresenta una sorta di “punto d’incontro” tra muscoli agonisti e antagonisti del capo e della schiena, e l’articolazione temporo-mandibolare è una sorta di stazione di snodo fondamentale in questa congiunzione. Per questo se si altera il normale meccanismo della masticazione possono comparire problemi alla schiena e al collo, così come una cattiva posizione della colonna vertebrale, ad esempio legata alla scoliosi, può dar luogo a problemi di masticazione.
Come l’ansia influisce sul benessere mandibolare?
La dentatura e soprattutto le articolazioni che regolano le complesse dinamiche tra mascella e mandibola possono risentire di ansia e tensione emotiva. Come mai? Perché possono favorire il bruxismo. Qualche tempo fa gli esperti della Società Italiana di Parodontologia e Implantologia (SIdP), hanno riportato come, causa del Covid-19, sia cresciuto il distanziamento sociale e come molti individui abbiano somatizzato lo stress che, a livello fisico, si è manifestato nel cavo orale, con attività come il bruxismo o il serramento dei denti. Risultato di questa tendenza? Si possono deteriorare le superfici dentali e possono nascere dolore alla mascella e alla mandibola, magari a destra o a sinistra, sensibilità dentale, dolori al collo e addirittura cefalea.
Il bruxismo: cosa succede quando si digrignano i denti?
Il bruxismo è tipico di chi ha un’abnorme attività dei muscoli masticatori, serratori e deviatori, sia durante la veglia che, soprattutto, durante il sonno. Può comportare problemi non solo alla dentatura, ma anche al resto del corpo, facilitando l’insorgenza di dolori al collo (scambiati per generica “cervicale”) e di mal di testa, oltre che di inspiegabili vertigini.
In condizioni normali i denti si toccano solo quando si mastica o si deglutisce. Nel resto del giorno i denti entrano in contatto tra loro per non più di venti minuti: in caso di bruxismo si può arrivare fino a sette ore. Di conseguenza, questo continuo serrare i denti può influire sul benessere della mandibola e dell’articolazione temporo-mandibolare, che collega questo osso con il cranio.
Quali sono le altre cause del dolore mandibolare?
Oltre al bruxismo, numerose altre possono essere le cause che influiscono sul benessere della giunzione tra tempie e mandibola.
Masticazioni rapide che non permettono il passaggio del cibo dagli incisivi fino ai molari, mancanza di alcuni denti o la presenza di spazi troppo ampi nella dentatura che portano a modificare i normali rapporti tra arcata dentaria superiore e inferiore e che, col tempo, conducono alla sofferenza di muscoli e tendini preposti alla masticazione perché si arriva a fare movimenti anomali e negli anni si danneggia l’articolazione stessa.
Prevenzione e gestione del dolore mandibolare: buone abitudini e cure mirate
L’attenzione all’igiene orale è fondamentale per il benessere della bocca. Occorre ricordare di consumare alimenti che contrastino la possibile comparsa di parodontopatie e, soprattutto, occorre masticare con cura i cibi, evitando di mangiare troppo velocemente.
Per il resto, oltre a combattere lo stress e la tensione emotiva che possono ripercuotersi sulla salute dell’articolazione temporo-mandibolare, appare importante parlare della situazione con il proprio odontoiatra e con lo gnatologo.
In molto casi, per dare relax alla mandibola e limitare il dolore legato all’affaticamento dell’articolazione temporo-mandibolare, può essere d’aiuto un “bite” su misura. Si tratta di un dispositivo rimovibile in resina trasparente, che va sempre indicato dall’odontoiatra, e può portare a diversi benefici. Può, ad esempio, contribuire a modificare la posizione della mandibola, se questa risulta alterata, migliorando l’attività dei muscoli, e i rapporti tra le strutture delle articolazioni temporomandibolari.
Distribuendo i contatti dei denti con il bite si può anche ridurre la forza con cui si possono stringere, serrare e digrignare i denti, riducendo, di conseguenza, i danni che queste attività possono causare alle strutture della bocca, e favorendo il rilassamento dei muscoli masticatori e limitando il fenomeno del bruxismo. Quest’ultimo non è tuttavia non è una condizione di origine odontoiatrica e non va confuso con i problemi dell’articolazione. Se l’obiettivo è il “riposizionamento” della mandibola per riavvicinare la struttura anatomica dell’articolazione a quella originale, i dispositivi devono “insegnare” al sistema nervoso centrale, che coordina l’attività dei muscoli masticatori, una nuova posizione della mandibola nello spazio.
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