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Occhio di pernice, un ispessimento simile ad un callo

Occhio di pernice, un ispessimento simile ad un callo

Quanto sono importanti i piedi! Ci sostengono, ci danno stabilità, ci permettono di muoverci. Di solito però, tendiamo a trascurare queste fondamentali parti del corpo di cui, al contrario, dovremmo avere particolare cura. Come? Facendo attenzione a ciò che indossiamo e a come ci muoviamo. Perché anche i piedi si ammalano. E non solo nel loro complesso impianto architettonico di muscoli, tendini, ossa più o meno grandi e articolazioni sensibilissime. A volte, infatti, fastidi e lesioni possono manifestarsi anche esternamente, sulla pelle, con ispessimenti cutanei o ipercheratosi. Tradotto in parole semplici, con i classici occhi di pernice che non vanno confusi con i calli. Ecco perché. 

Come riconoscere l’occhio di pernice

Prima di tutto, definiamo scientificamente la lesione che comunemente si conosce come occhio di pernice. La scienza identifica questo processo cutaneo con il termine tiloma. Come si manifesta? Al pari del callo, provoca dolore, specie quando si cammina con calzature non propriamente “agevoli” per il passeggio. Tuttavia, parliamo di due manifestazioni differenti perché i calli possono venire anche alle mani e non solo ai piedi e poi perché, in genere, l’occhio di pernice è rotondeggiante, è più piccolo e si riconosce perché al centro l’inspessimento si manifesta con uno inscurimento della cute che ricorda, appunto, un occhio di pernice. 

A questo punto, direte voi, queste lesioni non debbono preoccupare. Siete in errore. L’occhio di pernice può creare problemi maggiori rispetto ai calli. Questo perché il tiloma tende a estendersi in profondità coinvolgendo la parte più interna dell’epidermide, il derma. Questa è la grande differenza tra calli e occhio di pernice o tiloma. I calli (e anche i duroni che sono simili, solo più grandi) al pari dell’occhio di pernice, sono anch’essi ispessimenti dell’epidermide, ma rimangono più in superficie senza coinvolgere gli strati più profondi della pelle. 

Nel tiloma, la pelle diventa progressivamente più dura e le lesioni possono essere estremamente fastidiose e dolenti, anche a causa delle parti del piede che in genere ne vedono la comparsa. Infatti, a rischio sono in particolare il mignolo e l’alluce, le due dita estreme del piede con conseguente sofferenza quando si indossano le calzature o comunque occorre costringere il piede. Sul fronte dei sintomi, la lesione può causare situazioni “scomode”: può essere difficile rimanere in piedi a lungo mentre camminare diventa un’impresa. E a volte il solo calzare le scarpe provoca fastidio. 

Rimedi per rimuovere l’occhio di pernice

Non bisogna sottovalutare l’occhio di pernice proprio per le caratteristiche del tiloma, che tende ad andare in profondità nella pelle. In molti casi, nonostante le terapie locali, esso deve essere rimosso. L’intervento chirurgico per l’occhio di pernice non deve però essere considerato una pratica banale. Si tratta di una operazione che è meglio far fare ad un esperto che sa come asportare progressivamente la pelle ispessita dalla lesione limitando più possibile il rischio di complicazioni del tiloma, come ad esempio una infezione. Sia chiaro: questo passaggio è l’ultimo della serie. Nella gestione dell’occhio di pernice possono essere estremamente utili le creme idratanti, per combattere l’eccessiva secchezza dell’epidermide, così come si possono impiegare solette, imbottiture o cerotti specifici per ridurre lo sfregamento del piede con la scarpa.  Per rendere più morbida la pelle ispessita si possono poi impiegare farmaci di automedicazione ad azione cheratolitica. Il consiglio finale, però, è di “personalizzare” l’approccio, specie se sono presenti patologie come il diabete o l’aterosclerosi. La scarsa irrorazione dell’area infiammata e la conseguente carenza di ossigeno e nutrimento può anche comportare un peggioramento delle condizioni di salute del piede esponendo al rischio di complicanze di tipo infettivo. In questi casi, occorre rivolgersi al medico.

Cause e prevenzione dell’occhio di pernice

Attenzione alle calzature. Per chi vuole prevenire l’occhio di pernice o si trova ad affrontare un tiloma, il benessere del piede è fondamentale. Per questo, il ruolo delle calzature giuste, caso per caso, è basilare. Proprio sulle scarpe si concentra l’attenzione in chiave di prevenzione. Il tiloma, ma anche i calli e i duroni, infatti, nascono spesso proprio in seguito alla pressione esercitata su un lato del piede dalla calzatura, nell’area in cui si crea la lesione, e dallo sfregamento ripetuto sull’epidermide, che stimola la risposta da parte della pelle nel proteggersi attraverso l’ispessimento. In chiave preventiva e di cura, quindi, bisogna prestare attenzione alle scarpe con tacchi alti e punta stretta, che facilitano lo sfregamento tra le dita e delle dita contro la scarpa, ma anche quelle eccessivamente larghe, che fanno “muovere” l’estremità al loro interno, fino al punto di portare a sfregamenti ripetuti della scarpa sul piede. 

Ovviamente poi altre situazioni, come un piede con problemi anatomici o la presenza di una borsite, favoriscono la comparsa del tiloma e dei calli. Per questi ultimi, che spesso non sono dolorosi, in prevenzione può essere utile l’utilizzo di cuscinetti o cerotti specifici quando si indossano le scarpe per evitare che lo sfregamento irriti i calli generando dolore. In genere il podologo rimuove gli ispessimenti ma per chi punta su trattamenti “fai da te” bisogna ricordare che il callo può essere ridotto con una pietra pomice o una limetta ma solo dopo che la pelle è stata ammorbidita da un bagno caldo.