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Il giusto riposo aiuta la memoria

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“Vai a letto presto!”. Quante volte le nostre mamme ci hanno ripetuto questa frase soprattutto prima di una prova di studio o di lavoro importante! Dopo aver preparato una cena leggera, l’invito a non fare le ore piccole era accompagnato, magari, dalla preparazione di una camomilla o una tisana di erbe per aiutare il relax e conciliare il riposo.

Oggi la ricerca conferma che il riposo notturno è fondamentale per garantire al cervello il giusto “recupero” che si realizza soprattutto quando compaiono le onde “lente”, classiche del sonno profondo. Se non si ottiene una sufficiente “ripresa” dei neuroni durante la notte, col tempo si accumula una sorta di vera e propria “difficoltà” cerebrale che alla lunga fa comparire problemi di giorno in termini di stanchezza, difficoltà di concentrazione e memorizzazione. Infatti, la mancanza di sonno può incidere pesantemente sulla memoria. Numerosi studi hanno evidenziato il ruolo che il sonno svolge nei processi si apprendimento. Infatti, il riposo facilita il consolidamento della memoria perché i ricordi sembrano fissarsi meglio mentre si dorme. In particolare si è visto che durante il sonno ad onde lente, il cosiddetto sonno non REM, i neuroni stimolati in veglia nel corso di un processo di apprendimento sembrano riattivarsi e rinforzare i loro collegamenti, favorendo la memorizzazione. In pratica, il sonno agirebbe come “rivitalizzante” dei neuroni, aiutandoli ad eliminare i collegamenti inutili che durante il giorno si creano tra le cellule nervose, tenendo e rafforzando solo quelli utili.