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Vacanze finite…. Occhio alla sindrome da rientro!

Tempo di lettura: 4 minuti
sindrome da rientro

La pacchia delle ferie, per la maggior parte di noi, sta tristemente finendo. Rientrare e ricominciare con i compiti di ogni giorno, ufficio, casa e scuola, non è semplice. Se c’è chi si adatta senza alcun problema al vecchio/nuovo modello di vita, anche perché le vacanze sono state davvero ritempranti, ci sono invece persone che fanno fatica a riprendere il ritmo. Per loro, i primi giorni dopo il rientro sono caratterizzati dalla difficoltà a recuperare il normale sonno, specie se in estate si è ecceduto con la vita notturna, da una strana sensazione di ansia, dalla percezione di essere stanchi, con lo stomaco che magari non lavora a dovere e con la digestione che rallenta. Si tratta di piccoli disturbi che si ripresentano ciclicamente e che in pochi giorni spariscono. Per contrastarli possono essere utili i farmaci di automedicazione, da scegliere caso per caso in base al fastidio che più incide sulla qualità della vita. Ma si possono, anzi si devono, conoscere i meccanismi che possono indurre questa situazione, anche per giocare d’anticipo sui possibili rischi. I consigli per la prevenzione possono rivelarsi estremamente validi per non ritrovarsi, dopo una vacanza, a dover fare i conti con i fastidi legati alla “sindrome da rientro”.

Come nascono i disturbi

Ansia, stanchezza e fastidi fisici diffusi: si va dalla sensazione di avere l’addome gonfio fino ad una vera e propria tachicardia, passando per crisi di mal di testa del tutto inspiegabili, se non con l’eccessiva tensione. Così si manifesta il rientro dalle ferie quando è difficile riprendere il tran-tran quotidiano.  Le palpitazioni, il nodo alla gola, i disturbi gastrici e intestinali che abbiamo tutti sperimentato non sono una suggestione, ma riflettono uno squilibrio neurovegetativo assolutamente reale rappresentato dall’innalzamento della pressione sanguigna, dei livelli di cortisolo e delle citochine e dall’attivazione del sistema nervoso simpatico. In particolare l’apparato digerente è sicuramente uno dei “bersagli” della psiche e per questo possono comparire una cattiva digestione, una fastidiosa sensazione di acidità, una certa pigrizia intestinale o la sensazione che l’addome sia stranamente gonfio. Esistono infatti particolari proteine, chiamate neuropeptidi, che collegano direttamente il cervello con l’apparato digerente. Alcune di queste sostanze avrebbero un’azione specifica sulla muscolatura dell’intestino e potrebbero essere corresponsabili del mal di pancia, della costante alternanza tra stitichezza e diarrea e del meteorismo che affligge chi è vittima del colon irritabile. Chi rischia di più questa situazione? Può essere più difficile riprendere i ritmi soprattutto per chi ha fatto delle vacanze “estreme” per il proprio organismo, nel senso che ha concentrato nelle canoniche due settimane lunghi viaggi, esperienze fisiche stressanti, alterazione dei ritmi dei pasti e del sonno. Ma non bisogna dimenticare che anche chi ha completamente “mollato gli ormeggi”, richiudendosi in un riposo pressoché assoluto, può andare incontro a pesanti condizioni di stress una volta rientrato nella routine professionale quotidiana.

Come prevenire i fastidi

Un’alimentazione sana e leggera, un sufficiente apporto di liquidi e sali minerali, il recupero degli orari “classici” per andare a letto con il conseguente godimento delle necessarie ore di riposo sono sicuramente gli strumenti più efficaci per non soffrire, o quanto meno limitare gli influssi della “sindrome da rientro”. Ma ci sono altre semplici regole da non dimenticare:

  • Il passato è passato. Non si deve pensare che per un anno si dovrà solo aspettare prima di andare nuovamente in vacanza, meglio organizzarsi con brevi spazi di relax. Ad esempio sfruttate i week-end per vedere gli amici, fare delle gite o comunque ripetere attività che consentono di riportare, anche solo per un giorno, al clima delle ferie.
  • Ora vado in palestra. In questo momento conviene prendere impegni per migliorare le proprie condizioni fisiche. Pensate ad iscrivervi in palestra o in piscina, senza però pensare di fare attività troppo “spinte” se non siete allenati. Se non vi sentite in forma, preferite gli sforzi aerobici, come lente nuotate, cyclette o tapis roulant.
  • Respiro a pieni polmoni. Controllare il respiro può aiutare molto chi si sente agitato. Ci sono semplici esercizi da ripetere più volte al giorno, almeno mattina e sera e nelle classiche “pause” in ufficio. Inspirate contando ed espirate ancor più lentamente.
  • Evviva Morfeo. L’ipotalamo, il regolatore del ciclo del sonno, ha bisogno di tempo per riprendere i suoi ritmi, soprattutto se in vacanza avete davvero esagerato. Per aiutare l’organismo anticipate progressivamente la buonanotte, evitando di rimanere sdraiati sul divano, e mettete la sveglia ogni mattina alla stessa ora per recuperare in poco tempo il vostro ritmo sonno-veglia
  • Pausa pranzo su misura. Evitate tutto ciò che a tavola può aumentare la tensione: è il momento di rinunciare alle “pause caffè” con i colleghi. Il pasto dovrebbe essere ricco di fibre e dare sazietà. Quindi via libera a insalate e verdure con una porzione di cibi ricchi in proteine, come pesci e carni magre condite con parsimonia.

E per controllarli….

Se il rientro dalle vacanze rappresenta solamente un momento di “debolezza” che si scarica sull’organismo dando luogo a sintomi specifici che possono differenziarsi da persona a persona, i farmaci di automedicazione possono rappresentare una soluzione per controllare i disturbi. Ovviamente insieme alle regole di prevenzione e alle sane abitudini di vita che trovate in questo dossier. Con questi farmaci è possibile contrastare la digestione che diventa un problema, con comparsa di acidità e dolori di stomaco, e si può combattere il classico cerchio alla testa legato alla cefalea tensiva. Il dolore è sopportabile, ma continuo, con le crisi che spesso cominciano la mattina e tendono a peggiorare con il passare delle ore. Ci sono poi persone che scaricano la loro tensione nel sonno, non solo faticando a cadere tra le braccia di Morfeo, ma anche attraverso l’abitudine di digrignare i denti durante il riposo. Anche per loro i farmaci di automedicazione possono rappresentare una soluzione per controllare i fastidi. Addirittura, se vi sentite particolarmente deboli sotto l’aspetto delle difese immunitarie, sarete più a rischio nell’incontro con qualche virus del raffreddore o dell’antiestetico (e fastidioso) herpes labiale. Anche in questi casi l’automedicazione può essere d’aiuto, aiutando a contrastare i sintomi e i segni della situazione che si è creata. Ovviamente tutto questo stato di tensione deve durare solo pochi giorni, come accade nella stragrande maggioranza dei casi. Altrimenti, meglio parlare con il medico e trovare le soluzioni ideali per contrastare la “sindrome da rientro” caso per caso.