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Mal di testa dopo mangiato, cosa significa e come porvi rimedio 

Mal di testa dopo mangiato, cosa significa e come porvi rimedio

“Il vino? Meglio che non lo beva.”

“Il ristorante cinese? Lo evito.”

“Il cioccolato non lo sopporto.”

“Senza caffè non posso iniziare la giornata.”

Il rischio, per quelli che fanno queste affermazioni è quello, dopo aver ingerito particolari cibi o bevande, di veder comparire la cefalea. Questo accade perché sembrano esistere rapporti più o meno stretti (dipende da persona a persona), tra alimentazione e comparsa di quel mal di testa che poi non vuol saperne di andarsene. Per certe persone mangiare o bere certi alimenti assicura la comparsa, a distanza di poco tempo, del fastidioso cerchio alla testa. Eppure, secondo la scienza l’unico elemento che certamente scatena il mal di testa è il digiuno. Se lo stomaco rimane vuoto, dopo un po’ di tempo, il mal di testa compare. E quindi? La ricerca continua a interrogarsi sul rapporto tra alimentazione e mal di testa. Qualche tempo fa ha fatto il punto una ricerca condotta all’Università di Cincinnati pubblicata sulla rivista Headache. Valutando i risultati di quasi 200 studi, gli scienziati americani propongono una doppia strategia per risolvere il problema: da un lato si può puntare sull’eliminazione degli alimenti che si suppongono incriminati, come quelli contenenti glutammato o i nitrati dei vini, dall’altro seguire regimi alimentari che potrebbero contrastare il classico mal di testa.

La relazione tra la digestione e il mal di testa

Non esagerate a tavola. È questo il primo consiglio per chi va incontro a mal di testa dopo pasti abbondanti o pesanti. L’attenzione a non appesantire troppo lo stomaco con alimenti iperconditi e ricchi di grassi è fondamentale soprattutto se si tende a soffrire di digestione lenta e di dispepsia e cioè mal di stomaco. Come mai succede questo? Sicuramente un ruolo nella genesi del fastidio è giocato dalle connessioni tra lo stomaco e il cervello mediate dal nervo vago. Chi è particolarmente sensibile a problemi digestivi può più facilmente andare incontro a mal di testa perché il transito degli alimenti rallenta soprattutto quando si mangia troppo o si ingeriscono cibi troppo elaborati. Ma non basta: un ruolo potrebbe essere giocato dall’infiammazione presente in chi ha problemi di stomaco e soffre ad esempio, di gastrite. Questa condizione, in presenza di quantità elevate di cibo da digerire, potrebbe facilitare l’insorgenza della cefalea. 

Il ruolo degli zuccheri nell’insorgere del mal di testa

Oggi la scienza ha chiarito che sia l’ipoglicemia che l’iperglicemia, e cioè che sia la mancanza che l’eccesso di zuccheri nel sangue, possono portare alla comparsa di mal di testa occasionale. Questo significa che, se il mal di testa interviene certamente in caso di abbassamenti eccessivi della glicemia, in taluni casi, si presenta anche quando questa si alza. Ma attenzione: quando si mangia troppo e caso mai si esagera con cibi pesanti ed elaborati, lo stomaco deve lavorare di più e questo può generare sensazione di peso sullo stomaco, stanchezza durante la digestione e un doloroso cerchio alla testa legato alle fluttuazioni dei valori di glucosio nel sangue, tanto che chi soffre di diabete appare più a rischio (e in caso di fluttuazioni della glicemia deve sempre rivolgersi al medico per evitare pericolose iper e ipoglicemie). Quando si verifica l’incremento del tasso di glucosio perché si esagera con l’introito di zucchero, ad esempio se si fa un’abbuffata di dolciumi, nelle persone predisposte, si può instaurare infatti un meccanismo legato agli “stimoli” che lo zucchero può dare al sistema ormonale e che possono favorire la comparsa di mal di testa.

Alcuni alimenti cui fare attenzione se si soffre di mal di testa

Non bisogna mai dimenticare che ci sono cibi e bevande in grado di far decollare, nei soggetti sensibili e predisposti, la cefalea. Pensate solo agli alcolici: dalle ricerche emerge che i vini bianchi possono procurare mal di testa più dei rossi e i liquori scuri, come whisky o rum, più di quelli chiari come la grappa o il gin. Ma ci sono anche altri potenziali “cibi colpevoli” che possono favorire la comparsa del disturbo: gli studi dicono che sono in particolare i salumi affumicati a creare problemi, mentre assolvono completamente il cioccolato e sembrano da scagionare anche i formaggi. Soprattutto quando sia sa di poter andare incontro ai fastidi, occorre puntare molto sull’acqua, visto che l’iperidratazione (più di un litro a pasto) sembra ridurre le crisi di mal di testa.

Attenzione, invece, va posta al glutammato, vera e propria minaccia per gli “ipersensibili”, molto usato nella cucina orientale e presente in alimenti insospettabili, come ad esempio il ketchup. E poi, c’è il capitolo caffè: per qualcuno è una panacea che riesce a togliere il cerchio alla testa, per altri una potenziale minaccia se si esagera. La scienza dice che non bisognerebbe mai superare le quattro tazzine al giorno, ma non si deve nemmeno eliminare completamente la bevanda altrimenti la crisi di cefalea può comparire per carenza di caffeina.

Altre possibili cause del mal di testa post prandiale

A parte le dinamiche indotte da alimenti nei confronti dei quali si è ipersensibili, occorre presentare attenzione anche a come si mangia. Non bisogna dimenticare che a volte, se l’articolazione temporo-mandibolare non lavora adeguatamente, c’è il rischio che la cefalea tragga origine anche da questo movimento “scomposto”. La presenza poi di tensioni emotive che si possono manifestare a livello mandibolare tramite l’abitudine di digrignare i denti peggiorano il quadro. Infatti, la somma di masticazioni frettolose e stress può determinare un movimento di masticazione non fisiologico favorendo attacchi di cefalea. Proprio il fattore stress, in ogni modo, è all’origine di percorsi che possono generare mal di testa, specie in presenza di un’azione alterata del nervo vago, un vero e proprio “regolatore” impercettibile e non controllabile di diverse reazioni. 

Giramenti di testa dopo mangiato, cosa significa?

Sapete cos’è l’ipotensione postprandiale? È quell’abbassamento dei valori di pressione arteriosa che, in alcune persone, si può verificare dopo un pasto.  Questa condizione può comportare giramenti di testa per il carente afflusso di sangue e ossigeno al cervello e soprattutto può indurre appunto la sensazione che la testa giri. Sia chiaro: si tratta di quadri che vanno compresi e affrontati dal medico. In altri casi la sensazione che il capo giri può essere legata all’eccessivo stimolo della masticazione che può influire sulle “stazioni” dell’equilibrio che si trovano nell’orecchio. O ancora può entrare in gioco una digestione troppo laboriosa, perché si è esagerato a tavola, con richiamo di sangue allo stomaco e conseguente deficit relativo per il cervello. Non solo: anche la carenza di liquidi e sali minerali, magari perché si beve poco, può giocare un ruolo. Insomma. bisogna fare attenzione. E parlarne con il medico se il quadro di ripete. 

Come prevenire e affrontare il mal di testa dopo mangiato

Se capita di avere mal di testa dopo aver mangiato, la prevenzione è alla base del controllo dei nuovi attacchi di mal di testa. Oltre ad evitare gli alimenti incriminati, o una dieta fatta di pasti spesso abbondanti o elaborati, bisogna masticare bene, con calma, triturando finemente i bocconi. In questo modo, oltre a far lavorare bene i denti, prepariamo in modo ideale gli alimenti per essere digeriti con più facilità, in un processo che prende il via già nella bocca.

Per i trattamenti, per la cefalea occasionalmente indotta dal pasto, se quando gli attacchi sono appunto occasionali e correlati a fenomeni temporanei – un pasto ricco, l’eccesso di caffè o l’assunzione di certi cibi e bevande – un aiuto può venire dai farmaci di automedicazione, ad azione antinfiammatoria e analgesica. Con la loro azione, consentono di fronteggiare il dolore ma ricordiamo sempre che le nostre abitudini, se non corrette, possono essere la miccia che accende il fuoco della cefalea.