Allergie primaverili all’aperto e in casa: sintomi e cosa fare
Si sa: per chi soffre di pollinosi, l’allergia primaverile è la faccia negativa dell’arrivo della bella stagione. Pensate solo che stando ai risultati di un’indagine effettuate per Semplicemente Salute qualche anno fa il 40% degli italiani, infatti, soffre di una qualche forma di allergia che, proprio in primavera, rischia di scatenare fastidiosi disturbi (naso che cola, starnuti a ripetizione, occhi arrossati, prurito oculare e, nelle forme più serie, veri e proprie difficoltà respiratorie). Inoltre, ci sono persone (e sono sempre di più), che vedono aumentare i fastidi tipici della rinite allergica per la presenza di componenti allergiche negli ambienti chiusi che peggiorano o, in alcuni casi, scatenano i fastidi. Insomma, l’allergia di primavera a volte diventa “doppia”, arrecandoci disturbo sia dentro che fuori. Per questo, occorre conoscere il rischio associato a questo quadro.
Allergie primaverili: sintomi e cause
La maggior parte delle allergie respiratorie si manifesta come conseguenza dell’inalazione di pollini derivanti dalla fioritura di piante diverse come graminacee, parietaria e betulacee. Tale inalazione può portare a riniti allergiche, con starnuti, sensazione di naso chiuso, ipersecrezione nasale di muco liquido e biancastro, irritazione agli occhi e, nelle forme più gravi, veri e propri attacchi d’asma, secondo un meccanismo d’insorgenza ormai chiaro e derivante da un errore del sistema immunitario, che reagisce in maniera sbagliata ed eccessiva, fino a provocare disturbi nei confronti di sostanze innocue per le persone normali. Queste sostanze si chiamano allergeni – ne sono un esempio, appunto, i pollini – e sono in grado di stimolare il sistema di difesa dell’organismo soprattutto in chi è predisposto a rispondere in maniera eccessiva allo stimolo per un fenomeno che la scienza chiama atopia.
Cosa succede quando un polline entra nel nostro organismo?
Ogni allergene è dotato di un antigene esterno, per cui una sua parte può essere riconosciuta dall’apparato difensivo e in particolare da cellule chiamate macrofagi. Queste, come veri e propri netturbini, inglobano ed espellono le sostanze riconosciute come estranee. L’incontro ravvicinato tra un allergene e un mastocita sensibilizzato, che cioè ha già avuto contatto con l’allergene stesso, crea però una serie di reazioni chimiche in grado di stravolgere la cellula fino alla degranulazione, cioè alla fuoriuscita dalla cellula di granuli che contengono sostanze che scatenano l’infiammazione, come l’istamina (e che rappresenta un potenziale obiettivo della terapia con antistaminici), le prostaglandine e i leucotrieni, su cui agiscono farmaci specifici. Il processo si sviluppa in una manciata di minuti dal contatto con l’allergene, dando il via ai disturbi: la muscolatura liscia dell’apparato respiratorio si contrae, i vasi sanguigni si allargano e cala la pressione. L’insieme di questi fenomeni dà origine innanzitutto alle crisi di rinite allergica – il naso che cola e gli starnuti sono frutto dalla vasodilatazione dei piccoli capillari nasali – oltre che ad altri problemi come prurito agli occhi, difficoltà respiratorie e addirittura allo shock anafilattico nelle forme più rapide e intense.
Allergia ai pollini: come si riduce il rischio in 10 step
Sovente, chi è allergico sa che, poiché è impossibile evitare completamente il contatto con gli allergeni, la prima regola per fronteggiare l’allergia, è quella di avere delle abitudini di vita che, durante i periodi di fioritura delle piante a cui si è allergici, permettono di diminuire l’esposizione ai pollini.
Ecco 10 utili consigli:
- Consultare regolarmente le informazioni e gli aggiornamenti sulla concentrazione dei pollini presenti nell’aria della propria località di residenza e controllare il calendario pollinico in caso di viaggi.
- Evitare gite, passeggiate in campagna o nei parchi nel periodo di fioritura delle piante nocive e cercare, nei periodi di rischio e ove possibile, di soggiornare in località marine o montane (dove determinate piante non vivono o dove la fioritura è ritardata o anticipata).
- Meglio non uscire nelle fasi iniziali di un temporale perché la pioggia facilita la liberazione di allergeni dai pollini.
- Fare attenzione agli sport all’aperto ed evitare le ore più calde della giornata e quelle del tardo pomeriggio quando, complice una maggiore concentrazione di elementi inquinanti nell’atmosfera, la qualità dell’aria è peggiore, specie nelle grandi città. Questo aumenta l’irritazione e l’infiammazione delle vie respiratorie
- Arieggiare i locali della propria abitazione, meglio al mattino presto o la sera tardi, quando l’aria è generalmente più pulita e presenta una minore concentrazione pollinica. Viceversa, tenere chiuse le finestre nelle ore più calde della giornata e quando la concentrazione dei pollini è maggiore.
- Sempre bene proteggersi utilizzando, ad esempio, occhiali da sole, meglio se avvolgenti, perché permettono di riparare gli occhi soprattutto nelle giornate ventose o se ci si sposta in motorino o in bicicletta. Non dimenticare, inoltre, di coprire se possibile naso e bocca, magari con una mascherina.
- Durante i viaggi in auto evitare di tenere i finestrini aperti.
- Meglio adottare un filtro antipolline se si usa il condizionatore.
- Non dimenticare il lavaggio delle cavità nasali, che funzionano da filtro e trattengono i pollini.
- Pettinarsi e lavarsi frequentemente i capelli. Proprio lì, infatti, possono annidarsi i pollini. Detergere con cura anche palpebre, ciglia e sopracciglia può essere di aiuto per eliminare gli allergeni che si depositano nelle zone oculari e perioculari nel corso della giornata.
Durata delle pollinosi e cambiamenti climatici
Molte persone pensano che i sintomi della rinite compaiano quando i pollini vagolano nell’aria, spinti dal vento e che, così come sono venuti, siano destinati a terminare non appena finisce l’epoca della fioritura, lasciando finalmente in pace, e per diversi mesi, chi deve fare i conti con gli invisibili nemici. Purtroppo, non è così, almeno non sempre. In certi casi, per i mutamenti climatici e, non solo, le fioriture risultano anticipate e/o posticipate rispetto al passato e alcune piante – come la parietaria – tendono a rilasciare pollini nell’aria praticamente senza soluzione di continuità per tutto l’anno. Esistono, quindi, forme di rinite che non sono legate esclusivamente alla pollinazione primaverile o estiva, ma tendono a dare disturbi per tutto l’anno e, quindi, a influenzare pesantemente la qualità della vita di chi ne soffre, sia all’aria aperta sia in ambienti chiusi.
I pollini di marzo, aprile, maggio e giugno:
Marzo: betullaceee e cupressacee, parietaria tutto il mese al sud Italia e dalla seconda metà del mese nel centro Italia, graminacee soprattutto al sud Italia.
Aprile: betulacee, cupressacee, olivi, platani, graminacee e parietaria (le ultime due nel nord Italia in genere cominciano dalla seconda metà del mese).
Maggio: graminacee, parietaria e olivi.Platanacee al centro Italia e betulacee e platanacee fino alla prima metà del mese nel sud Italia.
Giugno: graminacee, parietaria e oleacee, con fioriture in generale diminuzione.
Allergia indoor: quando l’allergia nasce in casa o in ufficio
Se il calendario pollinico mette in guardia gli allergici ai pollini delle piante, anche diverse sostanze che si trovano comunemente nelle nostre abitazioni possono determinare l’aggravarsi o l’insorgere dei sintomi delle allergie respiratorie, con il rischio che i soggetti sensibili soffrano dei disturbi correlati all’allergia non solo fuori, ma anche dentro casa. Muffe, acari e animali domestici possono, infatti, avere spiacevoli conseguenze per i soggetti sensibili. E nemmeno sul fronte di altri ambienti, come ad esempio gli uffici, si può stare particolarmente tranquilli se si soffre di allergia. Questo per la presenza di polvere ma soprattutto la possibilità che nell’ambiente si diffondano composti irritanti per i bronchi che facilitano l’insorgenza di sintomi allergici, peggiorando il quadro.
Come gestire le allergie in casa
Ecco, in sintesi, 7 consigli per gestire i sintomi delle allergie respiratorie in casa:
- È importante ridurre al minimo la presenza di muffe, mantenendo la casa ben asciutta, specie nei luoghi più soggetti a umidità. Buona regola è asciugare sempre le pareti della doccia, togliere gli indumenti bagnati dalla lavatrice e, se necessario, usare un deumidificatore.
- Per difendersi dagli acari della polvere, se si è allergici, ricoprire materassi e cuscini con coprimaterassi e copricuscini antiacaro e scegliere mobili in materiali che non attirano polvere (come vinile, legno, metallo o pelle), anziché articoli imbottiti.
- Contro gli acari, resta fondamentale la pulizia di superfici, mobili e pavimenti. Importante è anche cambiare spesso le lenzuola.
- Evitare il contatto con tappeti, moquette, tappezzerie e peluche. Se si è allergici, non conviene usare l’aspirapolvere a meno che non sia dotata di specifici filtri.
- La forfora degli animali da compagnia può creare problemi. Conviene quindi lavarli una volta alla settimana al fine di rimuovere il più possibile le sostanze allergiche dal loro pelo e tenerli lontano da divani, poltrone e letti, che possono trattenere gli allergeni.
- Occorre controllare condizionatori e deumidificatori perché nei filtri e nei condotti degli apparecchi possono annidarsi allergeni di varia origine derivanti da acari, polveri, muffe.
- Bisogna fare attenzione in cucina: eliminate sempre i residui alimentari e conservate gli alimenti in contenitori ermetici per evitare che si sviluppino scarafaggi. Questi depositano uova e lasciano dietro di sé escrementi potenzialmente allergizzanti.
Rimedi contro le allergie primaverili
In caso di allergia, ovviamente la diagnosi e il riconoscimento del quadro vanno fatti dal medico specialista. In presenza di sintomi occasionali un aiuto per difendersi dai fastidi può comunque venire dai farmaci di automedicazione, acquistabili senza ricetta medica, che negli anni si sono dimostrati preziose armi terapeutiche nel migliorare il quadro sintomatologico e, di conseguenza, la qualità della vita dei pazienti allergici. Tra i più comuni ci sono gli antistaminici e gli antiallergici a uso topico, come spray nasali, pomate e colliri, o da assumere per via orale, che possono aiutare a gestire i sintomi. In caso di problemi alle alte vie respiratorie si può ricorrere anche ai decongestionanti nasali e vasocostrittori. Nella scelta del farmaco di automedicazione, è importante fare attenzione alla presenza del bollino rosso che sorride sulla confezione. Questi medicinali sono, infatti, autorizzati dalle Autorità Sanitarie a essere dispensati senza ricetta medica perché contengono principi attivi, o loro associazioni, di cui sono già state approfondite l’efficacia e la sicurezza e sono di impiego medico ben noto e largamente utilizzati in terapia.
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