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Attività fisica? Meglio se insieme a Fido!

Fare attività fisica in compagnia di Fido

A tutte le età fa bene muoversi. Ma per chi è più avanti con gli anni, la compagnia di un cane che non “strappi” troppo diventa un mezzo estremamente utile per aumentare l’attività fisica. A dirlo è una ricerca apparsa su BMC Public Health che ha seguito 86 persone over-65 negli Regno Unito, la metà dei quali aveva un cane e l’altra metà no.
Lo studio, condotto dai ricercatori della Caledonian University di Glasgow, in Scozia, dimostra chiaramente che la compagnia del cane porta ad aumentare la quantità di strada percorsa. In media chi si accompagnava con il proprio amico a quattro zampe camminava ogni giorno per 22 minuti e faceva 2.760 passi in più rispetto a chi invece si muoveva da solo. Come se non bastasse, i padroni dei cani avevano meno periodi in cui si fermavano a riposare, sempre in confronto ai coetanei non “allenati” da Fido. 
Per raggiungere i fatidici 150 minuti a settimana di attività fisica raccomandati dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, a tutte le età, avere vicino un cane può essere una spinta importante. Fondamentale è però evitare di esagerare, perché l’eccesso di sforzo può rivelarsi controproducente per l’organismo. E non solo, parlando di terza età, per il rischio di cadute con ematomi o di comparsa di dolori articolari, di affaticamento muscolare sotto forma di crampi o contratture, di piccoli traumi.
Se è vero che questi piccoli disturbi possono essere affrontati adeguatamente con i medicinali di automedicazione, è altrettanto innegabile che l’eccesso rischia di trasformarsi in un boomerang. Bisogna quindi evitare di cadere nella tremenda sindrome di Highlander, un quadro legato al desiderio di avere prestazioni da super atleta senza averne le basi fisiche, che può condurre a conseguenze tutt’altro che positive per la salute.
Oggi infatti è certo che per essere utile, combattere i chili di troppo ed aiutare l’organismo a lavorare meglio, preservando cuore e muscoli, l’esercizio fisico non deve prevedere la richiesta di prestazioni eccessive al corpo. Il consiglio è valido in particolare per chi aspetta l’estate per la classica partita a calcio tra scapoli e ammogliati o le sfide a tennis tra amici. Senza il giusto allenamento, i rischi sono dietro l’angolo.
L’attività fisica può essere pericolosa per chi non è allenato, perché può condurre ad un sovraccarico cardiocircolatorio e quindi ad un affaticamento per il cuore oltre che ad un aumento dell’accumulo di acido lattico nei muscoli e quindi un maggio rischio per tendini e articolazione. E’ quindi fondamentale iniziare con calma, partendo da sforzi brevi di tipo aerobico (che cioè consentono di rifornire l’organismo di ossigeno) come corsa lenta, bicicletta o nuoto. Poi, progressivamente, si possono aumentare i tempi di attività.
Per chi ha superato la soglia degli anta, infine, meglio evitare le attività che inducono brusche variazioni della tensione muscolare, con scatti brevi e intensi: è il caso ad esempio del calcetto o dello squash. Per chi non è allenato, quindi, meglio andare con i piedi di piombo se si vuole trarre il meglio per l’organismo dall’attività fisica.
Altrimenti i rischi  possono essere superiori ai potenziali benefici.  Occorre prestare attenzione alle sollecitazioni che il corpo riceve, specie se non si è allenati e in buona salute, specie se ci si ossigena in montagna.
Ad alta quota, complice anche l’ipossia (cioè la carenza di ossigeno) che si può riscontrare, ad esempio, sopra i 2000 metri, a cuore e vasi viene imposto uno stress significativo, che deve mettere in guardia soprattutto chi soffre di ipertensione e i cardiopatici.