Che si tratti di scuola o di lavoro, siamo in un momento di grande fatica. Il clima caldo, le giornate più lunghe, il desiderio di riposo diventano il motore che ci spinge a pensare, con più frequenza, a una vacanza. Per i più fortunati ci siamo quasi, per altri occorre aspettare ancora qualche settimana. L’importante è ricordare che lo stress da lavoro esiste. E che andare in vacanza significa recuperare benessere psicofisico. Scegliendo, caso per caso, quello che più si addice al nostro animo. C’è chi cerca la folla e il caos, c’è chi invece punta su ambienti rilassanti come la montagna o il verde della campagna. E c’è anche chi punta sulle città d’arte e chi resta affezionato al mare. Ad ognuno la sua vacanza, insomma. A patto che ovviamente si riesca a staccare senza cadere nel rischio della iperconnessione.
I costi nascosti di stress fisico e psichico
Per chi lavora, ma non solo, questo periodo dell’anno può essere particolarmente faticoso. E le ferie appaiono, per molti, un obiettivo vicino, ma non ancora a portata di mano. Per altro, anche l’organizzazione delle vacanze può diventare un ulteriore motivo di stress. Così, sommando l’attesa per il riposo e i preparativi si rischia di andare incontro a leggeri disturbi come affaticamento, insonnia e cattivo riposo, bruciori allo stomaco, intestino che perde la sua regolarità, mal di testa. Se da un lato, in questo momento dell’anno si tende naturalmente a sentirsi più stanchi, bisogna ricordare che quello che si sopportava senza fatica da giovani può diventare ben più “pesante” quando le responsabilità lavorative, unite a quelle familiari diventano più gravose col passare degli anni. L’importante, quindi è trovare un giusto equilibrio evitando di stra-fare soprattutto al lavoro.
Uno studio qualitativo condotto su 6.500 persone all’Università di Melbourne, ad esempio, riporta che l’ideale sarebbe non superare le 25 ore la settimana dopo i quarant’anni. Sembrano davvero poche ore ma gli studiosi evidenziano come con il passare del tempo l’eccessivo impegno lavorativo ha effetti negativi sulla memoria e sulle abilità percettive con effetti anche sulla produttività. Psiche e corpo, si sa, viaggiano assieme. E per chi è molto stanco e guarda alle vacanze con ansia ci vuole attenzione anche allo stress lavorativo che può, addirittura, influire sul benessere del cuore. Lo dice una ricerca dell’University College di Londra, che ha preso in esame poco meno di 90.000 persone di entrambi i sessi, monitorando nel tempo la situazione cardiaca in rapporto agli orari di lavoro. Chi esagera con gli straordinari, al punto da superare le 55 ore settimanali, avrebbe un rischio elevato di vedere il sistema di controllo dei battiti cardiaci alterarsi, aprendo quindi la strada ad aritmie come la fibrillazione atriale, la più diffusa forma aritmica.
Le vacanze non sono un lusso, ma una necessità
In attesa di qualche giorno di riposo, quindi, appare importante avere consapevolezza del proprio bisogno di staccare in senso non solo metaforico. Oggi, parte della stanchezza derivante dal lavoro nasce dall’esigenza – vera o presunta – di connessione continua che, alla lunga è causa di disturbi potenzialmente anche seri quando legati a quadri di stress cronico in grado addirittura di generare comportamenti vicini a stati di dipendenza compulsiva (come il gioco d’azzardo, lo shopping ossessivo, il fumo, l’alcool). A maggior ragione se sappiamo di aver bisogno di una pausa, dobbiamo ricordare che non è salutare vivere in una condizione di accelerazione perenne, pensando che il mondo non possa fare a meno di noi.
Dobbiamo essere in grado di fermaci perché altrimenti, cercando di inseguire il massimo possibile di produttività efficacia ed efficienza sul lavoro, rischiamo di concentrarci troppo sul fare eliminando la nostra componente psicologica del “sentire”. Questo atteggiamento può essere tremendamente negativo per il nostro benessere psicologico e fisico, con ripercussioni, sul lungo periodo anche sullo stesso rendimento professionale, aprendo la porta a fenomeni di burnout. Per questo la disconnessione è fondamentale. Andare in vacanza significa, sempre di più puntando su un periodo di vuoto, che ci permetta di ricaricarci.
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I benefici di una vera vacanza su corpo e mente
Facciamoci del bene. E programmiamo, per una volta, la vacanza che vogliamo senza accodarci a scelte altrui. Soprattutto, ricordiamoci che per avere i veri benefici da una vacanza sarebbe meglio programmarla non solo in base alla meta e alla compagnia, ma anche pensando alle proprie caratteristiche ed esigenze psicofisiche. Per chi non vive un rapporto ideale con il partner e si sente geloso, ad esempio, meglio andare in montagna. Lunghe passeggiate con annesso picnic o pranzo in baita in compagnia dell’amato/a, ad alta quota o sulle vette più alte di Alpi e Appennino, consentono di vincere la gelosia e ritrovare la pace di coppia. Lungo sentieri poco battuti avrete sicuramente modo di rilassarvi, e soprattutto potrete sviscerare cosa non funziona nel rapporto di coppia. Anche perché il fresco delle alte quote può contribuire a “raffreddare” i cattivi pensieri, godendo in beata solitudine del partner. Senza dimenticare che dal punto di vista fisico, invece, la montagna è la meta ideale per chi soffre di allergie, visto che sopra ai duemila metri la stragrande maggioranza delle piante “pericolose” in fatto di pollini non cresce, e passeggiare a lungo può aiutare il fegato a riprendersi dopo tanti mesi di fast-food più o meno obbligato.
Niente bungalow, sulla spiagge affollate e vita di mare per chi invece non ne può più del lavoro, e sopporta a fatica i colleghi d’ufficio. Per chi si trova in queste condizioni la campagna, magari corredata da brevi escursioni, passeggiate a cavallo o escursioni sul green di un campo da golf o sulla terra rossa, rappresenta la soluzione ideale. In questo caso, infatti, la vacanza è soprattutto un momento per dedicarsi appieno ai propri hobby, senza lo stress della sveglia o il richiamo dei bit del computer. Per chi crede agli effetti della cromoterapia, poi, c’è un ulteriore valenza in più. Vivendo nel verde, tra boschi e prati, si può sperare di “attingere” relax anche dalla particolare condizione cromatica ambientale perché il verde è il colore rilassante per eccellenza.
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Infine, se puntate sul mare, ricordate che la schiuma delle onde assicura grandi quantità di iodio, la sostanza che fa lavorare meglio la tiroide e quindi può attivare il metabolismo “impigrito”, assicurando una sferzata di energia. In più l’esposizione al sole può aiutare chi si sente giù.

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