Il movimento “serale” non causa l’insonnia … se dosato!
Con l’autunno la vita di sempre procede a pieno ritmo: il tran-tran quotidiano, divisi tra casa e lavoro, impegna fisico e mente e non è raro che possa presentarsi, a fine giornata, una certa difficolta a prendere sonno, figlia della tensione e dello stress che si accumulano durante la giornata. Per cercare di non rimanere troppo a lungo in attesa che Morfeo ci accolga tra le sue braccia, prendiamo abitudini o studiamo strategie che spesso si rivelano controproducenti per combattere i disturbi del sonno. Ad esempio c’è chi, per scelta o, spesso, per necessità, fa della cena il pasto principale della giornata. Questo, specie quando si mangiano quantità di cibo più abbondanti del solito, può determinare una digestione laboriosa in grado di “spegnere” il frenetico lavoro del cervello e quindi conciliare il sonno. Si tratta tuttavia di un errore, sia per la “bilancia”, visto che le calorie serali tendono a “pesare” di più sull’organismo rispetto a quelle della mattina, sia perché il superlavoro dello stomaco può comportare, complice anche la posizione che si assume dormendo, l’insorgenza di piccoli problemi come bruciori, pesantezza di stomaco, acidità che risale verso l’alto e, di conseguenza difficoltà a prendere sonno o interruzione del riposo. Né ha significato provare a lasciarsi andare con qualche bicchiere di vino: se è vero che si può avere un assopimento più semplice grazie all’assunzione di alcol, è altrettanto innegabile che si rischia di ritrovarsi con gli occhi sbarrati nel bel mezzo della notte. Volete un consiglio? Se avete qualche difficoltà passeggera a prendere sonno puntate dopo cena su una passeggiata – sfruttando il fatto che le temperature non sono ancora troppo rigide – o su una attività fisica non pesante. Se lo sforzo non è eccessivo non rischiamo di “sovra-eccitare” l’organismo con conseguenze poi sulla sua capacità di rilassamento necessaria per addormentarsi. A dirlo, ricordando che il movimento serale non necessariamente incide sulla qualità del sonno (può creare a volte, problemi solo se si va a letto immediatamente al termine dello sforzo), è una ricerca apparsa su Sports Medicine che dimostra, infatti, come dedicarsi allo sport nelle quattro ore prima di andare a dormire non significa automaticamente rimanere svegli. Basta non esagerare al fine di non affaticare troppo muscoli ed articolazioni al fine di non creare quello stato di “agitazione” che si protrae ben oltre il termine dell’attività fisica. Lo studio dimostra, quindi, che mentre gli esercizi di elevata intensità hanno un effetto negativo sul sonno (pensate che ad un’ora dallo sforzo la frequenza cardiaca è ancora tanto elevata da non consentire di prendere sonno), una ginnastica non particolarmente pesante può al contrario favorire un buon riposo. La ricerca è stata condotta all’Università di Zurigo e ha preso in esame una serie di studi mirati proprio a comprendere gli effetti dello sforzo fisico sul sonno. Se non esagerate, il buon riposo è assicurato.
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