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Di giugno e di luglio non piove al buio perché le notti sono brevi

Di giugno e di luglio non piove al buio perché le notti sono brevi
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Le giornate si sono ormai allungate. L’alba arriva presto e la sera il sole tramonta tardi, con il buio che giunge anche verso le 22, complice l’ora legale. Risultato: per chi è particolarmente sensibili ai ritmi imposti dalla luce, c’è il rischio di avere il sonno leggermente alterato, con evidente difficoltà a cadere tra le braccia di Morfeo, e/o magari trovarsi in difficoltà la mattina, sia perché si rimarrebbe volentieri sotto le lenzuola ancora per qualche decina di minuti sia perché ci si trova con gli occhi spalancati a ore antelucane. Insomma: come rileva il proverbio dell’Italia centrale che ricorda come le notti siano particolarmente brevi in questi periodi, non solo è difficile che piova al buio ovviamente per la breve durata delle ore senza luce naturale) ma può diventare complesso, traslando l’informazione sull’essere umano, anche il normale riposo.

La nostra giornata è scandita da ritmi che, in qualche modo, dettano i tempi della vita quotidiana. La mattina si lavora/si studia, si fa una breve sosta per il pasto, si riprende nel pomeriggio. E la sera, prima della cena, qualche minuto dedicato al fisico. Per poi pensare alla cena e dopo qualche ora dal pasto, cadere nel mondo dei sogni. Eppure, se dovessimo muoverci, studiare e lavorare solo in base alle prestazioni ottimali del nostro corpo, probabilmente i nostri “orari di servizio” sarebbero leggermente diversi. Ad esempio, dovremmo concentrare tra le nove e le undici le nostre migliori prestazioni intellettuali, a scuola o sul lavoro, senza rinunciare al riposino dopo pranzo. E soprattutto dovremmo seguire i ritmi della luce (e quindi delle stagioni). Quando arriva il tramonto, scendono gli stimoli esterni e, di conseguenza, diventa meno efficace anche l’intero organismo. Calano le prestazioni fisiche e mentali, complice anche la cena. In più, il sopraggiungere del buio favorisce il riposo, insieme alla minor capacità di concentrazione tipica di queste ore. Si riducono le secrezioni ormonali. E questo fase di progressivo relax, caratterizzata da un rallentamento dei battiti cardiaci, si protrae più o meno fino a mezzanotte. Ed entro l’ora di “Cenerentola” conviene addormentarsi, perché a partire grossomodo da questo momento l’ipotalamo (una piccola centrale operativa dei flussi ormonali che si trova nel cranio) e le ghiandole surrenali (si trovano sopra i reni e producono le sostanze che “attivano” il corpo di fronte allo stress) ricominciano a lavorare. Dando una sorta di “buongiorno” invisibile ma estremamente efficace, fatto di ormoni che favoriscono la veglia.

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