Perché i bambini si ammalano sempre all’asilo?
Se volete, chiamatela “sindrome della campanella” se il bimbo ha già raggiunto l’età delle scuole elementari. Se invece è ancora più piccolo, inizia a frequentare la scuola d’infanzia e ancor di più se entrasse nella dimensione del nido, potreste parlare di “asilite”. Il neologismo non trova ovviamente riscontro nelle enciclopedie mediche, ma esprime bene una condizione che interessa molti bambini che, con il rientro a scuola o all’asilo, si ritrovano a fare i conti con piccoli malanni legati alla vita di comunità e alla frequentazione di tanti coetanei. In termini generali, i segni e i sintomi sono classicamente quelli dei malesseri di stagione, sia in caso di coinvolgimento dell’apparato respiratorio con tosse, starnuti e naso chiuso, sia se a dominare sono i fastidi gastrointestinali come diarrea, mal di pancia o vomito.
Detto che i farmaci di automedicazione sono spesso sufficienti per lenire i fastidi, dovuti per la maggior parte a virus di stagione che si trasmettono facilmente da un bimbo all’altro, bisogna sempre tenere presente il quadro dell’asilite. E magari fare in modo di parlarne con il pediatra, anche per sapere se e quando evitare di porre il bambino a contatto con gli altri, per interrompere la “catena” di infezioni legati alla frequentazione delle scuole materne e dei nidi.
Le insidie dell’asilo per il sistema immunitario dei bambini
Sapete qual è una delle domande che più di frequente i genitori di bimbi piccoli pongono al pediatra? “Per mio figlio c’è la possibilità di evitare di ammalarsi all’asilo?”. Insomma, la sensazione che l’asilite o la sindrome da rientro con frequentazione di aule condivise con tanti altri bimbi possa diventare carburante per il malessere delle vie respiratorie o dell’apparato digerente non è certo campata in aria. Il problema si pone più frequentemente per i bambini che frequentano l’asilo nido o la scuola materna in quanto nei primi anni di vita i bambini sono molto più soggetti ad ammalarsi ripetutamente di infezioni delle alte vie respiratorie (raffreddore, tosse, mal di gola, male alle orecchie ecc.) o di infezioni dell’apparato gastrointestinale (vomito, mal di pancia, diarrea). In genere dopo i primi anni il sistema immunitario del bambino è “rodato” per cui queste malattie divengono molto meno frequenti. Purtroppo, sul fronte della prevenzione non è semplice dare consigli utili che possano in qualche modo offrire una risposta scientificamente dimostrata in termini di protezione per i più piccoli. Il consiglio per limitare l’impatto dell’asilo sul sistema difensivo dei piccoli è quindi semplice: abituateli ad una sana alimentazione, variata e che offra i nutrienti di cui hanno bisogno per crescere. E soprattutto fate in modo che dormano per tempi giusti, soprattutto in tenera età. Nutrizione e sfida all’insonnia sono basilari per preservare il più possibile i bimbi. Tuttavia, ammalarsi spesso nei primi anni di vita è normale perché il sistema immunitario dei bambini fa i primi incontri con numerosissimi agenti patogeni.
Si può davvero parlare di asilite?
L’asilite, insomma, esiste. Ed è l’infiammazione (il suffisso ite questo indica) che può interessare i bimbi che iniziano a far parte di una comunità di loro simili o riprendono le lezioni dopo la sosta estiva. Per il bambino, il rientro alla/ l’inizio della scuola materna può rappresentare, in piccolo, quanto avviene agli adulti che debbono affrontare la sindrome da rientro. Ci si sente stanchi, svogliati, ansiosi e si ha difficoltà a riprendere i ritmi alterati dalle abitudini delle vacanze. Per i bambini, a questi aspetti psicologici e sociali, si aggiungono spesso piccoli problemi di salute. Per questo, è fondamentale che si recuperino e si mettano in atto le norme di igiene personale e ambientale che potrebbero ridurre l’impatto di patologie respiratorie, specie nelle prime età dell’infanzia. È in questa fase infatti che il bimbo ha avuto meno possibilità di “incontri” ravvicinati con virus e germi e quindi è meno pronto a difendersi sul fronte del sistema immunitario. In questo senso, se le manifestazioni dell’asilite si ripetono, non spaventatevi troppo. Stando alle statistiche 5-6 episodi febbrili all’anno sono assolutamente la media nella fascia di età prescolare, anzi pongono le basi immunitarie per una migliore capacità di difesa successiva. Si parla di infezioni delle alte vie aeree come laringite, faringite o rinite.
Quali sono le malattie più comuni che si prendono all’asilo?
I bambini stanno in contatto sempre. Anche e soprattutto all’asilo. E quindi attraverso le mani, o tramite respirazione, possono passarsi virus che poi inducono quadri diversi. In particolare, partendo dai sintomi, A volte l’epicentro dei fastidi può essere la pancia, con dolori, crampi, diarrea, nausea e o vomito. In altri casi invece i fastidi si localizzano alle vie respiratorie con tosse, mal di gola, starnuti a ripetizione, magari un leggero mal d’orecchie. A fare da contorno a queste condizioni, in tutti i casi, può esserci qualche linea di febbre e una sensazione generale di malessere, magari con mal di testa. Come abbiamo detto, i farmaci di automedicazione (sono disponibili anche quelli specifici per i bambini) possono aiutare a controllare meglio i sintomi. Ma non dovete mai sottovalutare la necessità del parere del pediatra, soprattutto se i fastidi si mantengono dopo qualche giorno. Il “medico dei bambini” è fondamentale per capire se l’affezione in corso va attribuita ai classici virus di stagione o può invece essere causata da batteri, e quindi procedere con una terapia antibiotica che va prescritta esclusivamente dal medico. In termini temporali, lo ricordiamo, solitamente il primo episodio di malattia arriva già dopo due-tre settimane dall’inizio dell’asilo.
E poi il quadro può peggiorare con il freddo. Per questo, l’“epidemia autunnale” di asilite va controllata e seguita nel tempo, evitando di mandare il piccolo all’asilo nido o alla materna se non è propriamente in forma e non accelerando troppo il rientro in caso di sintomi, per non far vivere ad altri la stessa situazione. Attenzione va portata in particolare ad un sintomo: il respiro ‘a fischietto’. Questo quadro si manifesta soprattutto quando aumenta l’umidità e c’è meno sole, nell’ambiente aumentano gli acari della polvere e le muffe, e nelle scuole si concentrano le infezioni respiratorie da virus come quelle da rinovirus che è alla base del raffreddore. In questi casi, fate attenzione ai fastidi e parlatene con il pediatra.
Inoltre, ci sono alcune malattie esantematiche come la sesta malattia ma anche la quarta e la quinta che facilmente si trasmettono al nido o alla materna o altre, come la sindrome mani bocca piedi la cui diffusione è favorita proprio dal contatto fisico e dal fatto che i bambini, specie i più piccoli, tendono a mettere tutto in bocca.
In questi casi la diagnosi e la relativa cura vanno effettuati dal pediatra.
Rimedi e prevenzione contro i disturbi dei bambini
Non sottovalutate i problemi. Se il bambino presenta sintomi più o meno intensi che fanno pensare ad un’infezione virale a carico delle vie respiratorie o dell’apparato digerente, mantenetelo a riposo a casa. Sentite sempre il pediatra e fate in modo che si nutra regolarmente (senza però forzarlo), che beva molto, che non faccia sforzi eccessivi. E soprattutto, controllate il suo umore: se vedete che appare stanco, demotivato e comunque diverso dal solito, parlatene con il pediatra. Sul fronte dei sintomi, i farmaci di automedicazione da scegliere in base al fastidio predominante sono basilari per affrontare la situazione. Una volta passati i fastidi, occorre puntare sulla prevenzione ricordando che lo stare insieme, in un ambiente chiuso e con poco ricambio d’aria come una classe comporta inevitabilmente il diffondersi delle malattie virali.
La prevenzione passa dunque anche dalla scelta dell’asilo. Se possibile, quindi, vanno preferiti asili con spazi-gioco ampi, dove la densità di bambini non sia eccessiva. Va poi assolutamente evitato il fumo passivo sia del personale che degli accompagnatori dei bambini, anche se riservato in stanze a parte. Occorre poi ricordare le fondamentali norme igieniche che possano contrastare la diffusione di un virus respiratorio da un bambino all’altro o da un gioco usato da un bambino con sintomi. Come? Utilizzando fazzoletti monouso e ricorrendo al frequente lavaggio delle mani, delle suppellettili usate e delle superfici di gioco. Anche i bambini possono essere educati all’igiene personale, via via che crescono. Capitolo adulti: ricordiamo di lavarci sempre le mani dopo essere andati in bagno, prima di andare a mangiare o al rientro dai giardinetti o da un viaggio in autobus e insegniamo queste regole ai bambini. Anche così si riducono i rischi di “asilite”.
Se dopo qualche giorno i disturbi non passano o peggiorano va sempre risentito il pediatra per l’effettuazione di una visita. Non è raro, infatti, che specie nei più piccoli raffreddore e tosse possano determinare una sovrainfezione batterica a carico delle orecchie o a volte della gola.
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