Se fatichi a dormire bene, niente alcol!
Le giornate iniziano ad allungarsi e, tra qualche settimana, con l’arrivo della primavera, si passerà all’ora legale. Per chi si trova a fare i conti con un temporaneo stato d’ansia, il rischio di non riuscire a riposare bene e a faticare a cadere tra le braccia di Morfeo è dietro l’angolo. Ebbene, se come rimedio per un buon riposo fate affidamento sul classico bicchiere di vino o sul “dito” di superalcolico sappiate che siete sulla cattiva strada. Anche se la sensazione è quella di sentirsi più pronti a riposare saporitamente, perché, a causa dell’alcol, le palpebre si abbassano più facilmente, il sonno favorito dagli alcolici non è davvero rigenerante.
A ricordare quanto l’alcol non sia amico del buon sonno, contrariamente a quanto molti ritengono, è una ricerca condotta alla Langone University apparsa su Sleep Health. La ricerca ribadisce che se è vero che quando si alza il gomito si prova un senso di rilassatezza che pare favorire l’addormentamento, è la qualità del sonno che non trae giovamento dal consumo di alcol. Così si rischia di svegliarsi nel cuore della notte e di non riuscire più a chiudere occhio oppure di svegliarsi al mattino di cattivo umore, irritabili e incapaci di concentrarsi. Secondo lo studio, infatti, la qualità del sonno indotto dagli alcolici non è ottimale.
Più specificamente i problemi sono legati ad un’alterazione della fase REM. Il sonno è caratterizzato, infatti, da una cascata di eventi che si susseguono in cicli ben prestabiliti. Ogni ciclo, che dura circa un’ora e mezza, è fatto da una fase di sonno REM e da una di sonno non REM. Il sonno REM è caratterizzato dal fatto gli occhi si muovono velocemente sotto le palpebre (REM = Rapid Eye Movements), il corpo si comporta come se fosse sveglio, poiché l’attività cerebrale è molto intensa, e si sogna. La prima fase di sonno REM, che dura circa 15 minuti, si verifica tra i 70 e i 90 minuti dopo l’addormentamento. Generalmente, in una notte si hanno 4/5 fasi REM alternate, nei diversi cicli, ai “quattro stadi del sonno” delle fasi non-REM. Queste ultime si dividono quindi in: stadio di addormentamento e stadio di sonno leggero in cui basta anche un rumore per svegliarsi, stadio di sonno profondo e stadio di sonno profondo effettivo, in cui l’attività cerebrale rallenta e l’organismo si riposa. Nel corso della notte, il sonno REM, che dovrebbe costituire circa il 20/25% della durata totale del tempo del riposo, tende ad aumentare in durata a scapito del sonno non-REM. In particolare, per ogni ciclo, gli stadi 3 e 4 si fanno più brevi fino a che non si giunge al risveglio. L’assunzione di alcol può alterare i regolari ritmi del sonno favorendo tanti micro risvegli, all’interno dei cicli del sonno così che il cervello, che si sveglia involontariamente, si “desincronizza” tendendo a ritornare alla fase precedente. Nello specifico, l’alcol altera il sonno in tre modi: ne accelera l’inizio, fa cadere subito in un sonno molto profondo ma breve, rende il sonno più frammentato e meno piacevole nella seconda parte della notte alterando soprattutto la fase REM, in cui si sogna. Per cui i ritmi normali del sonno si modificano e si dilatano, e al mattino dopo ci si sente poco riposati.
Per addormentarsi e garantirsi un buon riposo, meglio puntare su strategie di rilassamento e addormentamento differenti e sempre valide come bere una camomilla o una tisana, ascoltare musica rilassante o leggere un libro ricorrendo, in caso di insonnia temporanea e di lieve entità, ai farmaci di automedicazione ad azione blandamente sedativa a base di valeriana. Tuttavia, se insonnia e cattiva qualità del riposo perdurano nel tempo è sempre necessario rivolgersi al medico per comprendere le cause del problema, individuando i trattamenti del caso. Infatti, dormire poco e/o male a lungo può avere conseguenze in termini di salute generale e il problema, quando diventa cronico, va sempre affrontato per ritrovare il benessere.
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