Per combattere l’insonnia bisogna fare programmi!
In caso di insonnia passeggera, magari legata a momenti di particolare tensione, prendere il classico bicchiere di latte col miele può aiutare. Ma, soprattutto se il problema si ripresenta per qualche giorno, fare ricorso a farmaci a base di sedativi vegetali ad azione blandamente rilassante può essere di grande aiuto, contribuendo a ristabilire i normali ritmi del sonno ed evitando che il cattivo riposo, anche se occasionale, possa avere ripercussioni sulla vita di tutti i giorni in termini di stanchezza, irritabilità e concentrazione.
Ma c’è un’altra cosa che sarebbe importante fare: invece di rimanere a fissare il buio, caso mai contando le pecore, appare di grande significato programmare la giornata successiva. Affinché essa non sia percepita come un momento di ansia tale da toglierci il sonno, il consiglio è quello di “disegnarla” nei minimi particolari, per offrire la certezza di un impegno gestibile. A lanciare questo consiglio è una ricerca della Northwestern University di Chicago, secondo la quale avere un preciso programma per la mattinata aiuterebbe a riposare saporitamente la notte precedente. Come se non bastasse, questa “filosofia” aiuterebbe anche per altri problemi legati al sonno, come i movimenti irregolari e autonomi degli arti (sindrome delle gambe senza riposo) e le apnee notturne, con le lunghe pause nel respiro che possono creare problemi in termini di ossigenazione del cervello. I risultati di questa curiosa indagine, che ha preso in esame poco più do 800 persone, sono stati pubblicati su Sleep Science and Practice. Studiando le persone coinvolte nella ricerca, gli scienziati americani hanno visto che quando esisteva una precisa organizzazione della giornata successiva la notte precedente il riposo risultava migliore.
Ma c’è un’altra cosa che sarebbe importante fare: invece di rimanere a fissare il buio, caso mai contando le pecore, appare di grande significato programmare la giornata successiva. Affinché essa non sia percepita come un momento di ansia tale da toglierci il sonno, il consiglio è quello di “disegnarla” nei minimi particolari, per offrire la certezza di un impegno gestibile. A lanciare questo consiglio è una ricerca della Northwestern University di Chicago, secondo la quale avere un preciso programma per la mattinata aiuterebbe a riposare saporitamente la notte precedente. Come se non bastasse, questa “filosofia” aiuterebbe anche per altri problemi legati al sonno, come i movimenti irregolari e autonomi degli arti (sindrome delle gambe senza riposo) e le apnee notturne, con le lunghe pause nel respiro che possono creare problemi in termini di ossigenazione del cervello. I risultati di questa curiosa indagine, che ha preso in esame poco più do 800 persone, sono stati pubblicati su Sleep Science and Practice. Studiando le persone coinvolte nella ricerca, gli scienziati americani hanno visto che quando esisteva una precisa organizzazione della giornata successiva la notte precedente il riposo risultava migliore.
Attraverso consigli pratici e informazioni chiare, ci dedichiamo a educare e guidare verso scelte di vita quotidiana consapevoli, promuovendo un benessere semplice e duraturo.